domenica 2 aprile 2023

Il punto di arrivo e di rinascita

 

Commento al Vangelo della Domenica delle Palme (breve estratto: Mt 27,45-50), Anno A – 2 aprile 2023 

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.


Commento

Mezzogiorno: è la stessa ora in cui Gesù assetato si rivolge alla donna samaritana per chiederle da bere; è l’ora più luminosa della giornata, ma che questo mezzogiorno racchiude tutto il buio possibile e la cecità del cuore di una vita che rinnega l’amore di Dio; è l’ora degli ultimi istanti separano Gesù dalla morte, quella stessa morte da cui ha riportato indietro l’amico Lazzaro. Tutto il cammino del Messia Gesù passa per la strettoia della croce.

Ma anche tutto il nostro cammino di conversione passa necessariamente per la strettoia dell’accettazione del dolore, del rinnegamento di noi stessi, e del riconoscimento dei nostri sbagli e a volte, delle indelebili conseguenze di essi.

 Si dirà che la morte c’è, che uno l’accetti o che non l’accetti. È vero, ma Gesù ha saputo farne uno strumento di amore, un’occasione di offerta di sé stesso al Padre e alla sua volontà, per esprimere con un linguaggio umano l’amore che da sempre è in Dio.

Gesù cita il titolo del salmo 22 che si conclude con la proclamazione della potenza del Signore. Sembra che Gesù abbia voluto iniziare sulla croce questa preghiera per concluderla nell’altro capo del suo esodo pasquale, nella gloria dei Cieli.

In quest’ultimo grido di Gesù c’è la rabbia di tutti quelli che si sentono realmente abbandonati da Dio, che non nutrono speranza alcuna, e che innalzano il loro lamentano a un Dio di cui non conoscono nulla se non che potrebbe, e “dovrebbe” tirarli fuori dai problemi. Gesù non spiega nulla, Gesù da spazio nel suo cuore e nella sua esistenza concreta a tutti quei lamenti e grida di rabbia. Lui raccoglie e riporta nel cuore del Padre. A Pasqua capiremo che, affidati alla mediazione di Cristo Signore, i nostri lamenti e le nostre recriminazioni saranno tramutati in canti di lode e di benedizione.