giovedì 3 febbraio 2022

Una scialuppa di salvataggio

 

 V domenica Tempo Ordinario — anno C — 6 febbraio 2002

 

Dal Vangelo di Luca (5,1-11)

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore, infatti, aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Commento

 Il Signore chiede a Pietro e ai suoi compagni di prendere i il largo o, tradotto ancora più letteralmente dalla lingua in cui sono scritti i vangeli (il greco antico), di andare verso la profondità, dove le acque sono più profonde. C’è qui qualcosa di emblematico per tutte le chiamate alla sequela di Cristo, di ieri e di oggi.
Difficile comprendere la presenza del Signore, e soprattutto l’esigenza di seguirlo se non si accetta di andare “al fondo” delle questioni, della propria vita.

La rinascita spirituale di Pietro inizia da un fascino appena intuito nella persona di Gesù che lo spinge a dargli fiducia nonostante il probabile insuccesso. Ma forse peggio di come era andata fino a quel momento non sarebbe potuto andare.

Il segno concreto della prodigiosa pesca convince Pietro di trovarsi di fronte ad una chiara manifestazione di Dio: “Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore”.

A questo punto molti si sarebbero fermati. Quando l’intuizione della presenza di Dio illumina l’inconsistenza della propria vita o dei propri sbagli, normalmente ci si blocca. Il senso dell’indegnità non fa sconti alla coscienza.

Ma qui c’è il di più del cuore di Dio che Gesù è venuto a far conoscere: egli è venuto a cercare quello che era perduto. La coscienza della propria indegnità è proprio quello che serve al Signore per farci diventare pescatori di altre vite buttate, battute, o più semplicemente auto-scartate. Quale miglior medico ci potrà essere di un malato guarito! 

Ma tutto parte, ricordiamolo, dalla voglia di andare a fondo delle nostre insoddisfazioni, delle nostre scontentezze, delle nostre rabbie. Cosa c’è al fondo di tutto questo? Amici…, buona riflessione, e arrivederci alla prossima settimana.