giovedì 7 aprile 2016

Commento al Vangelo della III Domenica di Pasqua; 10 aprile 2016




Ma la rete non si spezzò



TESTO  ( Gv 21,1-19 )

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». 
La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di cento cinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

COMMENTO

La notte era normalmente nel lago di Galilea  il momento più propizio per riuscire a pescare, “ ma quella notte non presero nulla” racconta l’evangelista. Dice il testo di un canto assai noto: “ e mentre il cielo s’imbianca già, tu guardi le tue reti vuote”. 

Proprio all’alba di un nuovo giorno, tuttavia Gesù indica dove gettare la rete, perché i sette facciano esperienza dell’autorevolezza di quella parola e capiscano che quella parola dice e realizza. I sette discepoli fanno il pieno: 153 grossi pesci. Sant’Agostino sostiene che al tempo di Gesù era il numero delle specie di pesci conosciute cosicché il numero richiama alla universalità della futura missione degli apostoli. 

La cosa più evidente è che l’evangelista vuole sottolineare la verità storica dell’episodio spingendosi a specificare anche il numero dei pesci;  inoltre se può sembrare strano la scelta della parte destra da parte di Gesù, dall’altra essa richiama la “destra dell’Altissimo” dove Gesù siede nella sua Gloria (“Oracolo del Signore al mio Signore: siedi alla mia destra” – sal 110 - ). 

Allora gettare le reti a destra non ha alcuna simbologia politica, evidentemente, ma significa gettare le reti nel nome del Signore Gesù, obbedendo alla sua parola e scegliendo di immergersi nella sua persona, lui che siede alla destra del Padre. E la rete non si spezzò, perché il nome, la persona che ha chiamato a gettarla è forte, autorevole, più resistente della forza delle acque e dei pesci. Nulla sarà più impossibile a quella parola nella fede di chi saprà accoglierla. 

Il successo della missione dei discepoli di Cristo non dipenderà tanto dalle condizioni ambientali ed esterne in generale, ma soprattutto dalla fede di questi, da quanto peso sapranno dare alla parola del Maestro. Fare l’esperienza di questo cammino, come quello dei due in cammino verso Emmaus, permette di intuire il volto del Signore, di decifrare la sua presenza nella storia delle nostre relazioni umane. Infatti dopo la pesca straordinaria … “Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!»