martedì 23 settembre 2014

Commento al Vangelo della XXVI Dom del TO anno A; 28 settembre 2014.



NON TUTTI I PUBBLICANI E LE PROSTITUTE SONO UGUALI
( Mt 21, 28-32 )



TESTO

«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli.


COMMENTO

Un discorso , quello di Gesù appena ascoltato, corto ma tagliente. 
Non tutti i modi di prostituirsi sono uguali: c’è quello palese di chi ha riconosciuto il suo vuoto totale, il fatto cioè di essersi venduti totalmente, corpo e anima, al Dio denaro. I pubblicani, che erano gli esattori delle tasse per conto dei romani e che vi rubavano abbondantemente comprendono la via della giustizia predicata da Giovanni Battista, quella giustizia che dista mille miglia dal loro atto di prostituzione al dio denaro. 
Anche molte prostitute hanno riconosciuto che la loro vita era tutta fuorviata e malata, e hanno avuto l’umiltà di ammettere l’evidenza.
Ma c’è anche un altro modo di vendersi, molto peggiore, molto più subdolo: quello di chi mentendo a sé stesso, cioè alla propria coscienza, si cela dietro un’apparenza di falsa religiosità. 

Gesù sta parlando ai sommi sacerdoti e agli anziani, cioè ai leaders religiosi del tempo e parole non meno dure avrà anche per i farisei da cui provenivano molti di questi.
“Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze,  avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti;  essi che divorano le case delle vedove e fanno lunghe preghiere per mettersi in mostra. Costoro riceveranno una maggior condanna». ( Mc 12,38-40 )

Questi uomini falsi religiosi, amavano la gloria degli uomini più che quella di Dio, e siccome il loro ruolo religioso dava loro autorità, erano più interessati al potere ( e al denaro ) che alla causa a cui doveva servire quella autorità. E’ la prostituzione della coscienza: incredibile ma è così. Sembrerà una contraddizione ma nessun pretesto come quello religioso rende così facile offendere gravemente la volontà di Dio e arrecare assurde violenze agli uomini. 

Guardiamoci intorno e guardiamoci dietro senza spostarci dall’ambito della nostra società: in tempi recenti la religione è servita per ottenere potere politico, ingannando la buona fede della gente. 

Nei tempi attuali, l’appartenenza a gruppi o a associazioni religiose serve spesso per acquisire posizioni dominanti in ambito economico, o per affermare semplicemente la propria mania di ‘liderismo’, avendo un alibi da usare per non coinvolgersi nelle necessità più vere della chiesa. 
Ognuno trovi la propria collocazione e agisca di conseguenza !