sabato 16 luglio 2011

Commento al Vangelo XVI Dom TO anno A, 17 luglio 2011.

Comunque vada sarà un successo!
(Cf Mt 13, 24-42)


TESTO

24 Un'altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.25 Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.26 Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania.27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?28 Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?29 No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano.30 Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».

31 Un'altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo.32 Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami».

33 Un'altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti».

34 Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole,35 perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36 Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».37 Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo.38 Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno,39 e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.40 Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.41 Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità42 e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.43 Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!

COMMENTO

Ancora un’immagine tratta dal mondo agricolo e ancora un particolare molto anomalo per attirare l’attenzione del lettore. Faccio riferimento alla prima delle tre parabole,  quella  della zizzania: sembra veramente imprudente lasciare un campo seminato a se stesso, senza neppure zapparlo, tenuto conto che al tempo di Gesù non esistevano i diserbanti. Eppure questo seminatore della Parola, di cui già si parlava Domenica scorsa, non solo getta il seme ovunque, perché ovunque si potrà trovare un fazzoletto di terra buona che moltiplicherà abbondantemente il seme, ma non si preoccupa neppure di zappare le erbacce che gli crescono intorno, perché una volta cresciuta, la spiga non può essere soffocata da alcun agente esterno. Tutti purtroppo noteranno che nel campo di grano c’è della zizzania ma la crescita di questa non potrà arrestare la crescita fino alla piena maturazione del buon grano. Questo grano, evidentemente, ha una crescita inarrestabile che neppure i servi del padrone arrivano a immaginare. Che si tratti di un grano geneticamente modificato? Forse si: addirittura qualche gene di origine divina!
Interessante notare che se i servi del Padrone vorrebbero prendere l’iniziativa di raccogliere la zizzania, il padrone si guarda bene dall’accettare la proposta: le loro mani così grossolane non potrebbero non strappare anche una pur piccola parte di grano buono. Non sia mai! Quelle poche spighe buone sradicate per sbaglio non potranno mai essere il prezzo da pagare per eliminare tuta la zizzania.

Ho provato a spiegare questo messaggio a Sophie (nome di fantasia) di Cotonou, dicendole che il Bene è inarrestabile, che se uno sceglie il Signore Gesù così come gli apostoli e i loro successori ce lo propongono,  non c’è niente altro da temere perché l’Amore di Dio trionfa e niente lo soffoca. Purtroppo Sophie continua ad avere paura. Sostiene che sua madre, una ricca commerciante beninese e membro della locale massoneria, l’ha sacrificata a Satana: sarebbe a dire che, sempre a suo dire, durante un sacrificio offerto a Satana per raggiungere a tutti costi la ricchezza materiale, quest’ultimo avrebbe chiesto alla madre il sacrificio dell’anima di sua figlia.
Sophie si ammala spesso, ha paura, vive da sola con uno zio, riceve qualche soldo dal parroco per andare avanti. Il suo problema non è il denaro o il basso livello di scolarità; il problema è l’emancipazione della sua coscienza, la fede salda nel Dio di Gesù Cristo, l’unico vero Dio, l’unico Onnipotente, così tanto onnipotente che si può permettere la libertà di lasciar crescere la zizzania. Qui come altrove la vera emancipazione è frutto soprattutto dell’accoglienza del Vangelo. Gesù l’aveva detto: « … la verità vi farà liberi» (Gv 8,32).

Sembrano favole ma posso assicurare che la zizzania della stregoneria, del feticismo, dello spiritismo in genere è il vero flagello di questa società, una società tuttavia con potenzialità enormi, in termini di intelligenza, energie e intraprendenza. Confratelli sacerdoti beninesi mi assicurano che molti (anche buoni cattolici praticanti) vanno a spendere soldi a palate per andare da questi “esperti” dalle più varie denominazioni, per comprarsi una protezione che funzioni contro tutti gli influssi negativi. Gente che potrebbe non mancare di niente che si indebita fino al collo per essere protetta dal male.
La vera emancipazione di un popolo è frutto dell’accoglienza del Vangelo di Cristo. Se crediamo che il Signore Gesù è l’Onnipotente, perché temere la zizzania intorno a noi? O perché addirittura avere la pretesa di eliminarla? E’ il Signore, e solo Lui, che alla fine di tutto trionferà. Che forse il Signore permetta la crescita della zizzania per mettere alla prova la nostra fede?

 “Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.” (Rm 8,31-39).

Oggi, 16 luglio 2011, mancano 125 giorni all'arrivo di Papa Benedetto XVI qui in Bénin.