mercoledì 10 aprile 2024

Per la salvezza di tutti gli uomini e di tutto l'uomo

 

Commento al vangelo della III domenica di Pasqua – 14 aprile 2024
 

Dal Vangelo secondo Luca (24,35-48)

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».



Commento

 «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme». Abbiamo letto così.
Un versetto così non si trova nell’Antico testamento. Gesù interpreta la scrittura, fa una sintesi, dal suo punto di osservazione, abbastanza autorevole, quello di Dio: un’interpretazione sicuramente autentica.
Come si apriva ad esempio la legge di Mosé? “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile” (Dt 5,6).
Ebbene Gesù è esattamente quel Dio che prima di darci delle indicazioni di cammino – le 10 parole o comandamenti – ci dice quello che egli ha fatto per noi.
Noi sempre andiamo subito al “cosa devo fare per ingraziarmi Dio, per tenermelo buono, per conquistare la sua benevolenza”, quando invece Gesù – il figlio di Dio -  si presenta dicendo: “Pace a voi!” e poi spiega tutto ciò che lo riguarda, cioè come Dio ha compiuto, in lui e tramite lui, le promesse fatte ad Abramo e ai padri di Israele. Lui è l’eletto, il messia, il prescelto, il Cristo; in lui si compiono tutte le promesse del popolo ebreo. Ma – qui nascono i problemi per Gesù – addirittura le oltrepassa di molto. Perché neppure gli ebrei si attendevano un Messia che fosse lui stesso Dio in persona, e tanto meno che dovesse soffrire, morire e addirittura risorgere. Quest’ultima cosa in realtà era nel panorama mentale degli ebrei degli ultimi secoli prima di Cristo, ma era assurda per coloro che provenivano dalla cultura greca, per quali il nostro evangelista Luca sta scrivendo il vangelo. Tanto che indugia nel raccontare in dettaglio le parole di Gesù: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». […] Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Concludiamo con un pensiero alla bellezza della nostra resurrezione della carne, sulla quale forse non ci soffermiamo mai abbastanza. Forse in un certo linguaggio si è sempre sottolineato la necessità di “salvarsi l’anima”, ma il figlio di Dio è venuto in un corpo e un’anima umana per salvare tutti gli uomini e tutto l’uomo, anima e corpo. Gregorio Nazianzeno († 390 ca.) diceva: «Ciò che non è stato assunto non è stato salvato (… ma ciò che è congiunto con Dio, ciò è anche redento» - Epistola 101[12]). Che bello pensare l’eternità in un abbraccio concretissimo e reale con le tante persone che via via, nel tempo, ci hanno lasciato!