giovedì 15 aprile 2021

La comunione che rende presente Gesù si nutre di pesce … e di altro

 

III Domenica di Pasqua, anno B – 18 aprile 2021
 

 

Dal Vangelo di Luca (24,35-48)

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
 

Commento

Gesù risorto sembra prediligere, per fare apparizione, la presenza di una comunità, seppur ridotta al minimo di due, come nel caso dei due discepoli in cammino verso Emmaus. Maddalena è una donna privilegiata, quasi premiata per la sua caparbietà, ed è destinataria di un’apparizione unica, sorprendente, irripetibile; eppure, questa, subito sente il bisogno di condividere l’esperienza con la comunità apostolica, e corre ad annunziare ai discepoli. “Ho visto il Signore…” (Gv 20,18)
Prendiamo in esame le apparizioni agli apostoli. Tommaso dìdimo incontra il risorto solo a distanza di otto giorni, quando è riunito nel cenacolo con gli altri apostoli. Forse nei giorni precedenti la sua ricerca solitaria si era rivelata palesemente inutile. 

I due di Emmaus ricevono la visita di Gesù mentre “discorrevano e discutevano tra loro”, seppure i loro occhi furono capaci di riconoscerlo solo in tarda serata, allo spezzare del pane.
Anche nel brano di questa domenica Gesù si rende visibile alla presenza plurale dei discepoli: “Gesù stette in mezzo a loro”. Così, le apparizioni in Galilea raccontate da Matteo e da Marco, e anche da Giovanni, avvengono mentre “si trovavano insieme” (Gv  21,2). Gesù, d’altronde, durante la sua vita, proprio così aveva promesso: “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».” (Mt 18,20). 

Capiamo in definitiva, che la comunità in cui Gesù si rende presente e vivo, non è questione di numeri, (ne bastano due) ma di vita. Una comunione di persone che cerca la presenza del Signore, che si interroga, che vive insieme: questo è il luogo spirituale, cioè attuale, in cui egli si comunica e si dona. Anche lo spezzare del pane eucaristico, supremo gesto di memoria del suo sacrificio, non potrà mai essere celebrato in modo solitario, ma sempre comunitario.

La comunità cristiana è quindi una comunione visibile, concreta, non teorica, fatta di gesti veri, come quelli della condivisione dei beni e del cibo. Nessun credente di nessuna epoca storica potrà sottrarsi a questa verifica, la capacità cioè di condividere il suo cammino con altri fratelli; perché qui solo si potrà fare esperienza di un Gesù vivo, e non di una vaga idea di esso, e qui solo il Signore sarà testimoniato in modo credibile al mondo.