giovedì 26 novembre 2020

Commento al Vangelo della I Domenica di Avvento/B - 29 novembre 2020


Vegliate !

 
TESTO (Mc 13,33-37)

 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

 

Commento
 

Leggendo e meditando questo passo di vangelo non posso fare a meno di ricordare la mia professoressa di lettere del Liceo. Ogni giorno si rischiava di essere interrogati, anche due giorni di fila. Le domande, a dire il vero, erano abbastanza facili, ma il problema era che bisognava studiare sempre, senza alcuna possibilità di programmazione. Risultato: non si stava mai nell’ozio, non c’era mai un pomeriggio di totale inattività; e ora in età adulta riconosco, in effetti, quanto è bene per un ragazzo stare sempre un po' sul “chi va là!”.
 

Il Signore fa ancora meglio, e non ci vuole tenere sulle spine. Le domande sono anzi piuttosto semplici; le abbiamo ascoltate Domenica scorso: “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, nudo e mi avete vestito…”. La fatica invece è proprio sfuggire ad una relazione di “controllato-controllore”, una relazione servile, per stare in un rapporto di amicizia sincera e costante con Lui.
 

Gesù nel versetto appena precedente di questo brano dice: “Quanto a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre”. Ecco: il Padre! La vigilanza richiesta da Gesù viene dal desiderio di vederci sempre gioiosamente abbandonati alla sua paterna cura. Come si potrebbe vegliare in modo permanente, durante tutta la notte, se non si trattasse in realtà di una disposizione del cuore, di un cuore di figlio, e non tanto di un vegliare in senso fisico! Un figlio che invoca la protezione del Padre celeste appena si alza di buon mattino, che lo ricorda durante la giornata, magari in frangenti difficili; un figlio che riconsegna al Padre i frutti della giornata prima di coricarsi a letto! Questo è quel vegliare che ci permette di non cadere in tentazione, come raccomandò Gesù al Getsemani, e che corrisponde al nostro più grande bene. Perché un cuore da figlio, non si improvvisa facilmente all’ultimo minuto!