giovedì 6 luglio 2017

Commento al Vangelo di Domenica 9 luglio 2017, XIV TO anno A



La gioia del "piccolo" Gesù


TESTO ( Mt 11,25-30 )

In quel tempo Gesù disse: 
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».


COMMENTO

Ci dovrebbero saltare agli occhi la naturalezza del comportamento di Gesù e la spontaneità nel rivolgersi a Dio, padre suo e padre nostro.
Il figlio di Dio che tutto conosce e comprende, si abbassa alla condizione di uomo e in questa condizione percorre come noi un itinerario di crescita umana. Non immaginiamoci un Gesù che fin da piccolo sapeva già tutto, sulle realtà divine, sul suo avvenire, su chi lo avrebbe tradito etc. Il Vangelo ci dice piuttosto che Gesù “cresceva in età, sapienza e grazia”. In un altro passo della lettera agli Ebrei troviamo scritto che Gesù imparò l’obbedienza dalle cose che patì”, cioè dalla sua esperienza di sofferenza! 

Gesù pur essendo Dio si è abbassato alla nostra condizione umana e il suo cammino di umiltà gli ha permesso di comprendere e vivere i misteri più profondi del suo essere Dio.

La sua umiltà ha permesso a Lui per primo di entrare in se stesso per attingere a quella misericordia divina che doveva essere svelata agli uomini, e che dal Cuore di Dio doveva necessariamente passare di lì, attraverso quel suo cuore d’uomo così profondamente a lui rivolto.

Tutto in Gesù ci parla di Dio, perché in tutto Gesù si è messo a disposizione del progetto del Padre, perché in tutto Gesù ha messo al primo posto la volontà del Padre suo.
La crescita umana di Gesù è stato in realtà un percorso di abbassamento. Gesù dodicenne “scopre” e rivela ai suoi genitori che deve occuparsi anzitutto delle cose del suo Padre celeste, prima di occuparsi di altro.
Ecco la gioia a cui vuole accompagnarci Gesù. La gioia dei piccoli, la gioia dei puri e dei semplici di cuore. La gioia di chi sa riconoscere la presenza di Dio non nella potenza umana e nella forza dei ragionamenti, ma nell’accoglienza e nella disponibilità al fratello sotto-posto alle tante sofferenze e ai tanti gioghi della vita. Perché lì troverà Gesù.