mercoledì 23 novembre 2016

Commento al Vangelo della I Domenica di Avvento; 27 novembre 2016



Un sotto fondo spirituale


 TESTOMt 24,37-44 )

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo.  

Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

COMMENTO

Con questa Domenica iniziamo un nuovo tempo e un nuovo anno liturgico. Ci si presenta subito un piccolo paradosso, o se vogliamo una quasi contraddizione: se sapessimo quando viene un ladro, dice Gesù, veglieremmo per non farci trovare impreparati, ma siccome non sappiamo quando il ladro viene, e per di più ci dice che verrà quando non immaginiamo … sarebbe logico aggiungere che non vale la pena vegliare tutto il tempo, quanto meno per non morire di insonnia!
 Siamo abituati abbastanza frequentemente a sentire di furti nelle case ma chi di noi veglia tutto il tempo? Anzi forse il contrario: prendiamo qualche precauzione e col cuore in pace, continuiamo a svolgere le nostre attività e a dormire sonni più o meno tranquilli. 

Capiamo intuitivamente che la vigilanza richiesta del Signore è di altro tipo: è una vigilanza che significa sobrietà del cuore, consapevolezza che questa vita giunge ad un termine, attenzione a vivere ogni aspetto della vita con una prospettiva particolare, quella della fede in Cristo Gesù, che tornerà a completare l’opera della nostra salvezza.
Perché mai di due donne che macineranno alla mola una sarà presa e l’altra lasciata? E di due uomini che saranno nel campo uno sarà preso e l’altro lasciato? La vigilanza richiesta dal Signore sembra proprio essere affare del cuore, atteggiamento interiore che detta la motivazione di ogni azione, quale essa sia.

San Domenico Savio (morto all’età di appena 14 anni) era uno dei tanti ragazzi che stava nell'Oratorio con San Giovanni Bosco. Ad un tratto, mentre Domenico giocava a pallone, don Bosco gli rivolse questa domanda “E se tu sapessi di morire in questo momento cosa faresti?”; Domenico rispose: “continuerei a giocare”. Quando la nostra vita cammina verso il bene quello che noi facciamo ci condurrà sempre al bene. Lavorare nel campo, girare la mola, giocare a pallone, tutto può essere vissuto con il desiderio di restare alla presenza del Signore Gesù.