mercoledì 21 agosto 2013

Commento al Vangelo XXI Dom TO anno C. 25 agosto 2013


…PER SCELTA, NON PER CASO

 

TESTO
 


+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,22-30)

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».


COMMENTO
 

Pochi o molti, per il Signore quelli che non entreranno nel Regno dei cieli saranno sempre molti. Troppi!
 

Per un cuore di Padre la sola idea che alcuni dei propri figli non arrivino a comprendere la pazzia dell’amore con cui sono stati amati e salvati è una follia, una follia di dolore e di pena. Non serve conoscere le percentuali di ammissione al mega-concorso per il Paradiso, conoscendo quanti saranno i beati sul totale dei concorrenti; non serve perché il termine di confronto non sono gli altri, ma solo la persona di Cristo. 

Non dobbiamo fare la gara sul primo dei non ammessi cercando di tenere la distanza sul plotone degli esclusi, quanto piuttosto fissare lo sguardo del cuore su Colui che ci da la vittoria.
 

E’ vero: la porta è stretta, ma lo è perché ha l’ampiezza limitata della larghezza della croce; lo è perché non ci si entra per sbaglio o per caso ma perché si sceglie di entrare in relazione intima con Gesù. Cosa serve mangiare e cenare in sua presenza, ascoltare i suoi insegnamenti se poi non ci lasciamo riconoscere dal suo amore?  Se non ci lasciamo coinvolgere nella sua persona, entrando nella sua relazione di abbandono nelle mani del Padre, e nella sua relazione di dono totale per i fratelli?