Cosa cerchiamo? I miracoli di Dio o il Dio dei miracoli.
( cf Mt 4,1-11)
Veniamo di ricevere mercoledì scorso le ceneri sul nostro capo e qualcuno avrebbe dovuto dirci "convertiti e credi al Vangelo" oppure "cenere sei e in cenere ritornerai". Ricevere le ceneri con il contestuale appello alla conversione significa riconoscere essere terra e cenere come Gesù che essendo Dio è "at-terrato" fra noi e per noi, non risparmiandosi le sofferenze e le umiliazioni della vita umana. Significa entrare con lui in un cammino di penitenza, di condivisione della sofferenza del prossimo, di ricerca dell'essenziale. L'essenziale è l'amore di Dio.
Il Vangelo di questa prima Domenica appunto ci mostra l'itinerario di Gesù, lo stesso che dovremmo fare noi, se con sincerità abbiamo ricevuto le ceneri di mercoledì scorso. Gesù davanti alle sollecitazioni del grande tentatore non distoglie l'attenzione dal riferimento unico del suo cammino: Dio Padre. Tutto ci viene dato in Dio Padre, e al suo amore Gesù vuole ricondurci.
L'uomo non vive solo di pane ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. La parola di Dio è creatrice: se imitiamo Gesù e viviamo nell'obbedienza alla Parola abbiamo la vita nella sua pienezza: quella eterna ma anche questa quaggiù, perché obbedire a Dio significa anche non rifiutare di batterci per il pane quotidiano, che per altro Lui stesso ci ha detto di chiedere.
Se imitiamo Gesù e rendiamo culto solo a Dio Padre, saremo liberi da tutto e da tutti. Dobbiamo imparare a stare in ginocchio e pregare Dio per imparare a stare in piedi davanti agli uomini e agli avvenimenti. Certi santi avevano la libera tranquillità di parlare "da uomo a uomo" al ciabattino come al Papa. Guardate l'asservimento disumano nelle culture pre-cristiane. Qui nelle coste del Bénin e dell'Africa dell'ovest in generale, il re aveva diritto di vita e di morte su tutti i suoi sudditi. Se al passaggio del re qualcuno non si prostrava subito a terra , veniva messo a morte. Il re poteva avere fino a quaranta mogli. All'arrivo dei colonizzatori il re cercava di far schiavi catturando uomini e donne dei regni vicini e li vendeva per qualche coccio di vetro o qualche cannone ai commercianti di schiavi (cristiani quest'ultimi!!!). Tutt'ora i membri delle religioni tradizionali praticano la poligamia, cosa quanto mai disumana e offensiva della dignità della donna. Solo Cristo libera...per sempre.
Se imitiamo Gesù e cerchiamo di servire Dio (servendo i fratelli) anziché servirci di Dio, saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come egli è (cf 1 Gv 3,2). Saremo cioè talmente forti da attraversare i confini della morte per arrivare a contemplarlo faccia a faccia. Il tentatore può offrire tutto ma l'unica cosa che non potrà darci è la vita eterna. Questa ce la può dare solo il Padre … Eterno! appunto. Attraverso l'inganno e le disoneste furberie si possono effettivamente ottenere molte cose, tranne la vera gioia quaggiù e il Paradiso lassù.
Dobbiamo metterci seriamente alla ricerca del Signore, ritrovare le sue tracce, ricalcarle più da vicino e colmare il distacco che ci separa da Lui e arrivare a toccarlo! a fare cioè una vera esperienza della sua presenza. "… Se solo arrivassi a toccare un lembo del suo mantello…" ricordate? Ecco il vero frutto della Quaresima e del cammino penitenziale: la conversione a Dio.
Non scordiamoci qualche gesto concreto di penitenza, altrimenti il nostro slancio di conversione rischia di restare flaccido. Facciamo qualche rinuncia, apriamo un po' di più gli occhi sul mondo circostante, salutiamo cordialmente anche chi ci mostra freddezza. Come è successo a Gesù, vedremo qualche angelo che ci verrà a fare visita!