mercoledì 27 marzo 2024

Alla sorgente della fede cristiana

 

 Vangelo della Veglia pasquale – sabato notte 30 marzo 2024

Dal Vangelo secondo Marco (16,1-7)
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. è risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto"».

 

Commento

 La tomba vuota, primo segno a parlarci di risurrezione in questo lungo giorno pasquale che nella nostra tradizione cristiana chiamiamo ottavario pasquale e che ci permetterà di ascoltare tutte le testimonianze evangeliche su questo fatto straordinario. Potremmo chiamarlo anche un “non segno”, perché di fatto le donne non trovano il corpo del maestro che, anzi, si disponevano ad ungere, essendosi portate gli oli aromatici, e avendo come unica preoccupazione la rimozione della pesante pietra di chiusura del sepolcro.

Viene loro detto da un giovane in bianche vesti (probabilmente un angelo) che il loro maestro, Gesù di Nazaret, è risorto, non è più lì. Da qui prende vita la nostra fede, da qui prende senso il fare memoria annuale della Pasqua di Cristo.
Gesù non è semplicemente vivo nella nostra memoria, come diciamo spesso dei nostri cari defunti, ma al contrario siamo noi ad essere vivi nella sua memoria di uomo-Dio: lui che ora, in eterno, intercede a nostro favore presso il Padre, che - come ci ricorda la Lettera agli Ebrei “… può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio” – Eb 7,25). Il celebrare nell’Eucaristia la vittoria di Cristo sulla morte, in modo più solenne la domenica – e in modo ancor più solenne la domenica di Pasqua – non aggiunge nulla alla grandezza dell’evento storico, ma piuttosto fa entrare noi che vi partecipiamo nella grazia, nell’amicizia ritrovata di Dio, dopo che l’avevamo rigettata. Anche per chi partecipa alla celebrazione della Pasqua si compie la promessa di Gesù in croce rivolto a quel ladrone: “Oggi sarai con me in paradiso!”. Si, il paradiso comincia quando si accetta di vivere con Cristo, ogni esperienza, bella o brutta che sia. Il beato Carlo Acutis diceva che l’Eucaristia è “autostrada per il Paradiso”, ma in parte è paradiso essa stessa.

Permettiamo al Signore risorto di rimuovere la pietra della nostra incredulità: questa sì, l’incredulità, è la pietra tombale che impedisce la rinascita della nostra vita in Cristo. “Signore, aumenta la nostra fede”.
Buona Pasqua !