Il Figlio prediletto di Dio: l'uomo della porta accanto. ( Cf Mt 3,13-17 )
Il Vangelo ha un potenziale di grande impatto qui in Africa, o almeno qui in Bénin. Ci presenta Dio, il solo e unico Dio , come un uomo che viene per condividere le sorti dell'uomo. Non condivide il peccato ma è come se lo avesse fatto perché se ne carica le conseguenze. Dio si fa' proprio uno di noi, l'uomo della porta accanto; la sua umanità è tanto vera e reale che deve essere anch'essa immersa nel bagno rigeneratore del Battesimo . Quell'immergersi nel Giordano pre-annuncia appunto il gesto della crocifissione per il quale Gesù si immergerà nelle conseguenze nefaste dei nostri peccati: per tirarcene tutti fuori.
Nei culti tradizionali locali invece il mondo del sovrannaturale è un mondo da cui spesso bisogna proteggersi, un mondo che fa' spesso paura, un mondo a cui occorre fare sacrifici per non trovarselo contro.
L'unico vero Dio , invece, quello che Gesù ci ha fatto conoscere non viene per nuocere, ma per salvare; non chiede sacrifici, ma si sacrifica Lui stesso per amore. Se scoperto fino in fondo , che potenziale di liberazione spirituale potrebbe avere ancora il Vangelo?
Un Dio così vicino e umile da non sembrare vero! Un Dio che nelle sue manifestazioni e nelle sue rappresentazioni, per chi non ha compreso il mistero dell'incarnazione , deve mantenere un'apparenza umana di potere e prestigio e che, comunque , deve elevare già da subito il livello della condizione sociale dei suoi discepoli.
Anni fa' i miei confratelli fecero scolpire da un unico blocco di legno una statua della Vergine Maria con fattezze africane: un' immagine bellissima con dei lineamenti di soave delicatezza. Dopo un po' di tempo la statua è stata rimossa e messa in sacrestia. La Vergine doveva essere bianca . Vorrà dire qualcosa?