giovedì 15 maggio 2025

“Sparire perché rimanga Gesù”

 

 Commento al vangelo della V domenica di Pasqua, anno C – 18 maggio 2025


Dal Vangelo secondo Giovanni (13,31-35)

 Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».


Commento

 Quando Gesù parla del figlio dell’uomo parla sempre di se stesso. La piena coscienza di Gesù del tradimento di Giuda che si è appena allontanato dal cenacolo, rende manifesta da subito, la totale disponibilità di Gesù a fare della propria vita un dono: un dono al Padre per il bene e la salvezza degli uomini. La gloria che si manifesta in lui non è una gloria individuale, un titolo di merito assolutamente personale, ma al contrario è la manifestazione di un amore di un altro, quello di Dio padre che si rende presente in lui. Per tale ragione anche Dio padre è glorificato e manifestato in lui.
Secondo il pensare comune degli uomini una persona riceve gloria quando emerge dalla massa per aver compiuto un’impresa straordinaria, per aver dimostrato di valere più degli altri su qualche aspetto della vita. Dalla parole e dagli insegnamenti del Signore invece veniamo a capire che il più grande merito di Gesù è stato quello di aver compiuto fino alla fine la volontà del Padre: accogliere il suo amore e renderglielo attraverso l’amore agli uomini. L’amore richiede anzitutto una grande umiltà, mettere da parte il proprio “io” per fare spazio all’altro.
La vera gloria dell’uomo, di conseguenza, non potrà che avere lo stesso timbro: quello della spoliazione del proprio vanto personale, della ricerca della gloria personale, per far spazio all’amore infinito di Dio. Se i discepoli sapranno amarsi, se nelle loro relazioni interpersonali sapranno mettere al primo posto il fratello, avranno dimostrato e mostrato nel miglior modo possibile che al centro del loro cuore c’è la presenza dell’inesauribile fonte dell’amore che è Dio. Anche il neo eletto Papa Leone ci ha ricordato che al discepolo del Signore occorre “sparire” per far posto a Gesù.