mercoledì 12 luglio 2023

Il regno di Dio in mezzo a noi

 

Commento al vangelo della XV domenica del TO, anno A – 16 luglio 2023


Dal Vangelo secondo Matteo (13,1-9)


Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Commento

 Gesù raccontava “molte cose”, ciò che riguardava il regno di Dio, con delle semplici storie da lui inventate, senza collocazione temporale né geografica, esattamente perché quel messaggio riguardava tutte le epoche e i continenti dell’universo umano.
A volte l’annuncio di Gesù non viene nemmeno accolto, i suoi insegnamenti rimangono semplici onde sonore che vibrano nelle orecchie ma non scendono nel cuore. Pensiamo a tutti coloro che, in modo molto superficiale credono vero solo quello che toccano e vedono. Stranamente questi, però, spesso nei momenti di grave difficoltà, sono i primi clienti di cartomanti, maghi e fattucchieri.
Poi ci sono quelli che accolgono il messaggio di Gesù ma mancano di perseveranza, perché vogliono “tutto e subito”. Pensiamo ai grandi “consumatori del sacro” che non sopportano attese nelle loro preghiere e che avrebbero tante cose da insegnare a Dio su come svolgere il suo “mestiere”, e che passano da una novena ad un’altra, da un veggente all’altro, e che a volte (questo l’ho visto soprattutto in Africa) cambiano setta o confessione religiosa fino a trovare il dio “che funziona”.

Poi ci sono coloro che accolgono sinceramente la Parola, e custodendola portano i primi frutti di una vita secondo Dio, ma si lasciano soffocare dalle spine delle preoccupazioni mondane. Pensiamo agli apostoli di Gesù che discutevano tra loro, secondo il racconto del vangelo, “chi fosse il più grande” (Mc 9,34). Ma questo avviene anche nelle nostre parrocchie, nelle comunità religiose: tutti lavorano per il regno di Dio, all’apparenza, ma a condizione, di fatto, che emerga il “proprio io”.

Ma per fortuna c’è anche la terra buona (meno male!). E allora pensiamo a migliaia di uomini e donne che hanno capito la grande perla racchiusa in Gesù e nelle sue parole, cioè la presenza di Dio stesso, e per questa stessa presenza hanno sacrificato tutto e, già in questo mondo, si sono trasfigurati di bellezza divina.