Commento al Vangelo della XV Domenica del TO – anno B – 11 luglio 2021
Dal Vangelo di Marco (6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Commento
Nel racconto di Marco le istruzioni date da Gesù assomigliano a quelle che Dio diede agli ebrei nella notte di Pasqua (cf Es 12,12): “i sandali ai piedi, il bastone in mano”. L’evangelista intuisce che l’invio degli apostoli da parte del Signore è già una liberazione dalla schiavitù del male e l’annuncio verbale deve essere, non solo accompagnato da uno stile di sobrietà ed essenzialità, ma anche di richiamo a quella cena pasquale che gli ebrei consumarono in fretta prima di attraversare il mar Rosso; e quella cena gli ebrei la consumarono appunto con i fianchi cinti, il bastone in mano e i sandali ai piedi, perché era il passaggio (la Pasqua, appunto) dalla schiavitù di Egitto alla libertà verso la terra promessa.
Gli uomini di quel tempo, che avrebbero visto passare gli apostoli, dovevano quindi capire, già dal loro stile missionario, almeno due cose: che chi si fida della Parola di Gesù di Nazaret non mancherà mai dell’essenziale, perché “non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (cf. Mt 4,4 ); secondariamente, che gli apostoli (letteralmente: gli inviati) annunciando con la vita e la parola che il regno di Dio è vicino, hanno già vinto in sé stessi l’impero del male, l’egoismo, l’idolatria del proprio benessere e delle proprie sicurezze materiali; che gli apostoli, cioè, sono uomini veramente liberi, redenti, uomini che sperimentano, loro per primi, quanto quella parola accolta gli ha dato potere sulla sopradetta schiavitù, ben peggiore di quella egiziana.
Ecco perché i dodici riescono a fare le stesse cose compiute dal loro maestro-Gesù il figlio di Dio, cioè scacciare i demoni e guarire gli infermi: perché da lui hanno ricevuto autorità e da lui hanno ricevuto in anticipo la forza per sconfiggere in sé stessi il regno del male. Esattamente quella autorità e quella forza che dalla Pentecoste in poi sarà di tutti i battezzati in Cristo.
Ma i battezzati in Cristo cosa sceglieranno: di vivere secondo il mondo o secondo la sobrietà evangelica proposta da Cristo Signore. A ognuno la sua scelta.