giovedì 28 maggio 2020

Commento al Vangelo della Domenica di Pentecoste - 31 maggio 2020







Spirito di Dio che agisci
 



TESTO (Gv 20,19-23)
 

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».


 


COMMENTO   

L’evento della Pentecoste, l’effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli, è inscindibilmente legato all’evento della resurrezione storica di Gesù; il dono dello Spirito Consolatore, che viene dal Padre tramite il Figlio, segna il passaggio tra la missione di Gesù di Nazaret nel suo corpo storico individuale e la sua missione nel suo corpo spirituale che è la Chiesa; ma esso ha avuto molteplici manifestazioni, come sono molteplici le manifestazioni di Gesù risorto alle donne e ai suoi discepoli. 


Giovanni racconta – lo abbiamo appena ascoltato - che il dono dello Spirto avvenne la sera stessa di quel primo giorno della settimana, all’alba della quale fu rinvenuta la tomba vuota; l’evangelista Luca racconta invece nel 2° capitolo degli Atti degli Apostoli – la prima lettura della liturgia odierna – che quell’esperienza straordinaria di irruzione dello Spirito Santo avvenne nel giorno di Pentecoste ebraica, cioè 50 giorni dopo la Pasqua. 

Ora, non è tanto importante conoscere il momento preciso della Pentecoste, quanto sapere che questa persona divina si è immediatamente sostituita alla presenza del Gesù storico. La nostra fede ci invita alla fiducia nella sua presenza, nella sua azione intima, efficace, perseverante, al cuore della nostra persona, e nel cuore delle nostre relazioni ecclesiali. Quello che gli uomini vedevano nell’umanità di Cristo è ora passato nei segni sacramentali – diceva un Padre della Chiesa – e Cristo, e Dio Padre in Lui, continua ad agire per noi, con noi e soprattutto in noi nell’azione del Santo Spirito che, nelle mille e a volte tormentate vicende della nostra storia grida in noi “Abbà Padre!” (cf Rm 8,14-17), e ci rende certi della sua misericordia. 

Da qui l’efficacia della missione essenziale della Chiesa: portare ad ogni uomo la buona notizia che nell’unica mediazione di Cristo Signore, Dio Padre ci salva da ogni male, anche da quello della morte fisica.