fra Damiano Angelucci da Fano ( OFM Capp): frate itinerante
venerdì 24 maggio 2013
Commento Vangelo Domenica della Santissima Trinità. 26 maggio 2013.
COMPRESI NEL MISTERO
TESTO ( Gv 16,12-15 )
12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13 Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
COMMENTO
I miei anziani confratelli missionari mi raccontano di noiose dispute territoriali che sono avvenute con dei contadini del luogo: semplicemente perché anni prima il papà di questi aveva venduto la sua terra ai frati che vi avevano costruito il loro convento. Nonostante tutti i regolari passaggi di proprietà e relativi pagamenti, alla morte del loro papà i suoi figli ancora ne rivendicavano la proprietà, perché quella terra apparteneva al loro padre , e quindi più o meno indissolubilmente anche a loro, e siccome al tempo della vendita non erano stati consultati rivendicavano il diritto su quella terra. Anche perché nel frattempo il padre aveva scialacquato tutto.
Sembra proprio che ciò che appartiene al padre appartenga anche al figlio, per sempre. Il Signore ci dice che nella sua esperienza umana non è mai venuta meno la sua perfetta comunione col Padre e che egli non ha mai perduto le sue prerogative divine ma ha saputo rinunciarvi, non venendo per essere servito ma per servire. Tutto ciò che è del Padre è sempre stato anche suo.
Se questa è la relazione tra il Padre e il Figlio, possiamo essere certi che lo Spirito che ci dona le cose del Figlio, e quindi anche del Padre, è la presenza di Dio stesso in mezzo a noi. Noi non vediamo più il Figlio, ne abbiamo mai visto mai il Padre, ma lo Spirito ci parla di Dio, ci guida alla comprensione di questo mistero grande di un Dio che è
amore in se stesso, unica sostanza e perfetta comunione di tre persone.
Un’altra conseguenza che ne viene è che la comprensione di Dio e dei suoi misteri è più alla portata degli uomini che vivono nello spirito che a coloro che lo cercano solo con l’intelletto. Gesù disse alla samaritana: “Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità” (Gv 4,24).
Solo lo Spirito apre alla comprensione dei disegni di Dio, e solo a chi si pone in atteggiamento di adorazione e di obbedienza alla verità. Solo nello Spirito si può amare e essere compresi in questo grande oceano di pace che è l’amore trinitario rivelato dalla e nella croce di Gesù. Non a caso ci facciamo il segno della croce enunciando la Santissima Trinità.