venerdì 10 maggio 2013

Commento Vangelo Ascensione. 12 maggio 2013.

          
           
          UN PONTE TRA CIELO E TERRA

TESTO ( Lc 24, 46 – 53 )


46 «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, 47 e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. 48 Voi siete testimoni di queste cose. 49 Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall'alto.
50 Poi li condusse fuori fin presso Betania; e, alzate in alto le mani, li benedisse. 51 Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato su nel cielo. 52 Ed essi, adoratolo, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; 53 e stavano sempre nel tempio, benedicendo Dio.


 

COMMENTO
 

Il ponte è gettato , il cielo è conquistato, la croce di Cristo ha riagganciato la terra al cielo, e il primo a percorrere questo cammino di gloria è proprio il condottiero cha ha sconfitto la morte e per primo merita di entrare trionfante nella dimora di Dio, il cielo.
 

Il cielo è luogo fisico simbolo della trascendenza,  luogo del mistero dove vengono collocate tutte le forze e gli elementi del cosmo che l’uomo non ha mai potuto padroneggiare, una sorta di alibi per l’impotenza che l’uomo deve riconoscere fronte al suo sogno mai realizzato di stra-potere sulle cose della terra.
 

Per il discepolo di Cristo il cielo è figura della trascendenza di Dio, è la dimora di colui che è l’infinitamente altro,  è il luogo dove pensiamo il “Padre nostro che sei nei cieli”, luogo della perfetta armonia divina intra-trinitaria che vorremmo riprodurre il più possibile nei rapporti umani: “sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”.
 

Quanto distante ci sembra la terra dal cielo, quanto lontana la pace di Dio dalle nostre guerre e da tutti i flagelli che ci infliggiamo gli uni gli altri! Su tutti questi marosi e tempeste il Signore ci fa approdare al porto sicuro del cielo, della vita eterna, del paradiso, perché egli della sua croce fa un ponte che riapre la via, un ponte sul quale egli si stende come vittima immolata per inaugurarlo e far passare tutti noi.
 

In una famosa canzone di Simon e Garfunkel “bridge over troubled water” si dice: “quando sei giù, quando ti senti piccolo, quando hai le lacrime agli occhi, io mi stenderò giù come un ponte sopra delle acque agitate”.
 

La sua croce è questo ponte! I suoi discepoli (finalmente)  lo avevano capito così bene che, anziché rattristarsi della sua salita al cielo, se ne rallegrarono e “tornarono a Gerusalemme con grande gioia”.