sabato 3 dicembre 2011

Commento al Vangelo II Dom Avvento anno B, 4 dicembre 2011.

BUCA … CON ACQUA

TESTO ( Mc 1,1-7 )
 Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
 Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada.
 Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri,
 si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».

COMMENTO


Confessore ordinario di un Monastero di clausura, ogni tanto devo fare un piccolo viaggio di qualche km per arrivare nei pressi di un ameno villaggio beninese al termine di una tipica pista di terra rossa. Per percorrere questo tratto di strada sterrata ci si impiega normalmente 20 minuti, ma durante e dopo la stagione delle piogge ci si può impiegare anche il doppio o il triplo: buche e piccoli crepacci obbligano a rallentare il cammino. Il risultato è che pur partendo alla stessa ora, arrivo tre quarti d’ora più tardi.
Giovanni il battezzatore non faceva di mestiere il cantoniere, ma ricevette il compito di preparare la strada al Messia. La prima cosa che fece fu di fare strada al Signore nella sua stessa vita: per questo andò nel deserto a spogliarsi e a far penitenza, per rinunciare al di più, per gettare la zavorra, per appianare le buche di quell’umanità ferita dal peccato che inevitabilmente rallentano l’arrivo del Signore. Egli annunciava la necessità della conversione, preparando anzitutto in se stesso la via della conversione. Quell’acqua in cui battezzava i suoi penitenti era un’acqua efficace per tappare le buche, per raddrizzare i sentieri e preparare la strada a Colui che veniva a battezzare nello Spirito donando la Salvezza.
Per comprendere il messaggio del Signore ci sono delle condizioni preliminari. Anzitutto la ricerca e l’amore della Verità; la sincerità con se stessi e con la propria coscienza; l’accettazione dei propri limiti umani e della propria fragilità. Ecco perché Gesù se la prendeva un po’ con i farisei: perché erano falsi, e quindi come potavano accogliere Chi veniva dalla verità? Erano orgogliosi, perché cercavano gloria l’uno dall’altro, e come potavano riconoscere la Gloria di chi cercava solo la Gloria di Dio? Erano orgogliosamente convinti di conoscere Dio, e come potevano vedere Colui che invece era venuto per guarire i ciechi?
Forse che anche noi non abbiamo bisogno di un “bagno” di umiltà per rivedere la nostra idea di Dio, per riconciliarci con noi stessi e per accettare che anche noi abbiamo delle buche da tappare?