sabato 1 ottobre 2011

Commento al Vangelo XXVII Dom TO anno A, 2 ottobre 2011.

I NEMICI DELLA CROCE
(cf Mt 21,33-45)

TESTO

Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
 Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà». Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.


COMMENTO

Finora ho constatato due modi possibili per uccidere il Figlio del Padrone della vigna-Regno di Dio e per appropriarsi del potere di quest’ultimo.
Il primo modo è quello operato dalla cultura occidentale: è bastato cominciare a dire che Dio è un’affermazione della nostra mente, che tutta la realtà e quindi anche Dio non esistono in se stessi ma esistono solo se c’è qualcuno come l’uomo che li pensa. Per poi arrivare a decretare, come qualcuno ha fatto, che Dio è morto. Qualcuno ha veramente pensato di uccidere il Figlio del Padrone, e non solo il Figlio ma anche il Padrone stesso. Disgraziatamente l’onda lunga di questo folle pensiero gioca ancora i suoi effetti in un contesto dove veramente in tantissimi ambiti Dio sembra proprio scomparso.
L’altro modo che ho conosciuto, è quello operato dalla cultura tradizionale di questa regione d’Africa. Almeno qui in Bénin nessuno osa mettere in dubbio l’esistenza di Dio, tutt’altro, ma il punto è che lo si stiracchia, lo si adatta, lo si adegua a mille esigenze: conoscere il futuro, proteggersi dal malocchio, conquistare l’amore di qualcuno, provocare il male in qualcun altro, facilitare il proprio successo economico e così via. Ci si vuole appropriare della potenza di Dio, della sua “vigna” eliminando il Figlio, proprio come i vignaioli omicidi. In questo caso l’uccisione del Figlio avviene attraverso la negazione del Cristo, e del Cristo obbediente fino alla morte di croce. La sofferenza deve scomparire a tutti i costi; la sofferenza non è più luogo di incontro del mistero della redenzione e occasione di co-redenzione,  ma solamente una maledizione, una condanna, un segno della presenza di qualche spirito maligno.
Su tutti questi due tentativi regna la croce di Cristo. Gli umili credenti di questo e quell’altro mondo, i piccoli che sanno farsi carico delle proprie e altrui avversità con lo stesso ardente amore di Cristo sono i nuovi vignaioli ai quali è affidato il regno di Dio e che lo stanno facendo fiorire con frutti di pace , di giustizia e di comunione.
All’uscita della Messa, Domenica scorsa qui a Ouidah, una signora con un sorriso solare mi ha chiesto di pregare per lei. Da 14 anni suo marito è paralizzato in casa , e da 14 anni lei continua a restargli accanto per assisterlo. Ecco i nuovi vignaioli che nel silenzio stanno facendo fruttificare la Vigna e che saranno sasso di inciampo per i mille adulteri della leggerezza, della banalità e del nulla.

Oggi, 1 ottobre 2011, mancano 48 giorni all'arrivo di Papa Benedetto XVI qui in Benin. A Dio piacendo.