sabato 22 ottobre 2011

Commento al Vangelo XXX Dom TO anno A, 23 ottobre 2011.

 Prendi due, Uno paga.

TESTO (Mt 22, 34-40)

Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme35 e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova:36 «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».37 Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.38 Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.39 E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».


COMMENTO

Il dottore della legge domanda un comandamento, il comandamento più importante, quello che veramente fonda tutti gli altri. Gesù ne da due, e non può fare a meno di rispondere così, proponendo due comandamenti che si rassomigliano a tal punto da essere una cosa sola.
San Giovanni nella sua prima lettera ce lo fa capire altrettanto chiaramente:
 "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore ….  Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi". (1Gv 4, 7- 12) 
La croce di Gesù è la spiegazione e l’esegesi più completa dell’amore che è Dio. Lui ci ha amato da morire. Se noi diciamo di amare Dio dobbiamo ri-trasmettere quello che abbiamo ricevuto, altrimenti  diciamo frottole, a noi stessi anzitutto.
"Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede". (1 Gv 4, 19 ).
Chi ha l’amore di Dio nel cuore fa tutto per amore. Chi non vive nell’amore di Dio, farà tutto per un tornaconto personale, anche si trattasse del gesto, in se stesso, più generoso e altruistico.
Questo mi sta insegnando la mia esperienza qui in Benin, a contatto con fratelli di diverse nazionalità: quello che vivi con i tuoi fratelli dice la verità di ciò che stai vivendo con Dio. Se non sei radicato nella croce di Cristo, il fratello non è più il termine della tua donazione, di una carità totale, ma diventa piuttosto strumento per andare oltre, per passare oltre, diventa una stazione di transito. Il fratello che ti vive accanto è un esame di coscienza permanente. 


Oggi, sabato 22 ottobre 2011, mancano 27 giorni all'arrivo di Papa Benedetto XVI qui in Benin, a Dio piacendo.