Né per Osama, né per Obama.
(cf Gv 6,51-58)Testo.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Commento.
Qui in Bénin ci sono due personaggi contemporanei molto popolari, l’uno in ambiente islamico, l’altro in tutto il resto del tessuto sociale. Il primo è Osama Ben Laden, recentemente scomparso. Basta avere la pelle bianca e la barba un pò brezzolata, come colui che vi scrive, perché ad ogni semaforo rosso i nostri fratelli (in Abramo) islamici ti chiamino con l’appellativo “Ben Laden, Ben Laden!” Diciamo pure che la sua morte ne ha fatto quasi un mito ma di fatto è un uomo che per il progresso dell’umanità, di quella africana in particolare, ha fatto ben poco. Non me ne vogliano i suoi adepti, ma è stato un uomo che ha seminato odio, e in suo nome si continua a seminare morte e distruzione.
Il secondo è il “moretto delle isole Hawaii”, alias Barack Obama, attualmente presidente degli Stai Uniti d’America. Ha il grande pregio davanti a tutto il mondo africano di avere la pelle scuretta e di avere un papà Keniano, e di aver fatto un po’ marcia indietro rispetto al suo predecessore in termini di aggressività in politica estera. Diciamo pure che l’entusiasmo che suscita è appunto qualcosa a fior di pelle e ciò basta a spiegare si trova ovunque il suo volto stampato sugli oggetti più impensabili: bandiere, magliette, valigie, pantaloni, gadgets vari, mutande, quaderni, penne, cappelli. Forse per l’Africa Obama ha fatto qualcosa di più, ha ridestato un po’ di orgoglio, ha fatto sentire ogni africano più protagonista delle sorti del mondo e soprattutto delle sue, forse...
L’uomo che più di ogni altro ha fatto qualcosa per l’Africa resta però Gesù di Nazareth. Lui ha dato la vita per il mondo, ha ridato la Speranza vera al mondo: la vita dopo la morte. Vorrei però aggiungere che ha contribuito anche all’emancipazione della società della “Città dell’uomo”. Dove è arrivato il messaggio di Cristo ci sono segni di emancipazione e semi di sviluppo umano; al di fuori di questo contesto c’è arretratezza, superstizione e opprimenti concezioni del divino.
Non mi dilungo ma porto solo l’esempio della condizione femminile. Nel contesto islamico e “pagano” qui si pratica ancora la poligamia. Una vera sciagura sociale! Uomini con mezzi economici limitati che in teoria dovrebbero mantenere due , tre o quattro mogli con relativi figli; tutto questo non solo genera e moltiplica la povertà, ma impedisce la scolarizzazione dei bambini che sono il futuro di questa come di ogni società, e impedisce il pieno riconoscimento della donna nella sua piena dignità. Qui è evidente: al di fuori dell’ambiente cristiano la donna non conta niente. Chi pensa (speriamo che ormai siano rimaste poche) che il cristianesimo ha soggiogato la donna dovrebbe venire quaggiù e guardare.
Gesù ci ha dato un pane da mangiare, un pane per nutrire i nostri sogni di giustizia, di pace, di felicità: ci ha dato la sua stessa vita. Ha cercato fino alla fine di difendere i veri tratti del volto di Dio che ama tutti senza distinzioni di sesso, di età, di razza, di religione, senza privilegi per nessuno, fino alla morte. Chi si nutre di questo pane mette i piedi in un nuovo mondo ma allo stesso tempo getta il seme di una nuova umanità in questo mondo qui.
L’ultimo versetto del Vangelo di Domenica scorsa diceva. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”. (Gv 3,16). L’Eucaristia è il modo concreto con cui Dio ogni giorno continua a dare il suo Figlio unigenito al mondo, perché chiunque crede e vive in lui non muoia ma abbia la vita eterna, una vita cioè sovrabbondante, potremmo dire una “Super-vita”, una vita che straripa dai confini naturali e umani della vita biologica. I santi oltre ad essersi ritrovati in Paradiso, hanno avuto un’esistenza spesse volte inspiegabile, piena di eventi sovrannaturali, in breve: una vita divina! San Pio da Pietrelcina aveva il dono della bilocazione e gli è capitato una volta di confessare a San Pietro a Roma mentre se ne stava tranquillo nella sua San Giovanni Rotondo. Lui, la Messa, oltre a celebrarla l’ha vissuta 50 anni nel suo corpo e, in generale, in tutta la sua esperienza spirituale che può dirsi veramente eucaristica, cioè unita a Cristo crocifisso che si è doanto e continua a donarsi per noi nell’Eucaristia.
Ognuno di noi ha la possibilità a partire dall’Eucaristia di partecipare alla vita divina di Gesù, e di vivere lui stesso qualcosa di veramente nuovo. Continuiamo pure a leggere i nostri quotidiani e a guardare i nostri telegiornali: c’è qualcosa di veramente nuovo? O solo un modo diverso di combinarsi dei soliti elementi di pochezza umana?
Io posso testimoniare invece che in giro per il mondo ci sono un sacco di belle notizie, perché ovunque Gesù è accolto, sorgono delle vere novità. Vi potreste immaginare in mezzo alla boscaglia beninese una casa con delle suore che si prendono cura 24 su 24 degli handicappati più gravi e più bisognosi? Io me lo immagino, perché l’ho visto. Vi potreste immaginare dei giovani africani che arrivano alla laurea, che hanno prospettive più che sicure (relativamente al contesto di riferimento, più sicure di quelle di un lauraeato italiano) e che lasciano tutto per seguire il Cristo? Io me lo immagino, perché l’ho visto.
Come posso attingere la freschezza sempre nuova di questo amore divino che tutto rigenera, che tutto fa’ sperare, che tutto fa’ sognare? Attingendo anzitutto al grande mistero dell’Eucaristia, celebrata e adorata. E’ l’amore di Dio che attraverso Gesù si dona oggi come 2000 anni fa’. Tutta la vita cristiana ruota attorno a questa realtà. Provare per credere. Amen.
Oggi, 25 giugno 2011, mancano 146 giorni all'arrivo di Papa Benedetto XVI in Bénin