venerdì 17 giugno 2011

Commento al Vangelo della Domenica della SS. Trinità, 19 giugno 2011.

Amare da morire.

Testo (Gv 3,16-18)
16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

Commento.Qual’è il mondo che Dio ha amato? Il nostro, quello su cui stiamo appoggiando i piedi. Fino a che punto lo ha amato? Fino a dare la vita. Dio ha amato questo mondo, l’opera delle sue stesse mani, quella creazione e quella natura umana così perfette appena uscite dalle sue mani, e così deturpate dopo che l’uomo ha girato le spalle al suo Creatore. Quando leggiamo e  o sentiamo di atti di violenza o di guerre, lo scoraggiamento ci porterebbe a dire: “...Ma questo mondo è tutto da rifare!” Dio non dice questo; Dio dice: “salviamo questo mondo qui. Voglio dare la vita per questo mondo qui, non ne voglio fare un altro. Voglio salvare e guarire questo mondo qui”.  A volte varrebbe più la pena rifare da nuovo che restaurare. Dio entra nell’umanità, ci dona suo Figlio e in Lui è rifatta una nuova umanità, sempre partendo dalla stirpe di Adamo e Eva.
L’amore paziente di Dio non ha confini. Ogni angolo del mondo presenta delle brutture scoraggianti ma il suo occhio di Padre sa vedere il bello dell’Origine, il bello che Cristo è venuto a restaurare dipingendolo sul suo volto, sulla sua persona. Dio, in Cristo , ama fino all’ultimo perché fino all’ultimo la Bellezza può tornare a splendere. Qui in Bénin la situazione sociale non è disastrosa, ma basterebbe  guardarsi un po’ in giro qui in Africa per chiedersi: “... Ma il Signore, cosa aspetta a tornare sulla terra e a fare sto’ giudizio universale!? Quanta gente deve soffrire e morire, ancora? Perché non si sbriga a chiudere la storia?” E anche guardando il mondo occidentale, la nostra Italia, dove la ricchezza e il potere diventano occasione di divertimento per ormai anzianotti giocolieri del basso ventre, cosa ci sarebbe da dire? Proibito scoraggiarsi. E’ peccato. Dio ha mandato il suo Figlio perché il mondo si salvi; finché c’è vita su questa terra, l’offerta di salvezza resta valida; finché ci sarà un sacerdote che avrà sufficiente forza per celebrare l’Eucaristia, Dio continuerà a darci suo Figlio e a offrirci la sua salvezza, per la vita eterna. Lui continua ad amare tutti: continua ad amare le vittime della crudeltà umana, e continua ad amare le vittime della povertà morale; continua ad amare i “sotto-sviluppati” del Terzo Mondo, e continua ad amare gli “sviluppati-sotto” del 1° mondo. Lui non si stanca di sognare ed è questo sogno instancabile di Dio che spinge all’audacia missionaria, alla passione evangelizzatrice, alla virtù della speranza. A noi il dovere di seminare la Parola d’amore di Gesù che, se sarà accolta, aprirà orizzonti insperati e umanamente insperabili. Dio continua ad amarci...da morire!
P.S. Cosa c’entra questo brano di Parola di Dio con la Solennità della Trinità? Dio ama perché l’amore ce l’ha dentro, perché Lui stesso è l’Amore: tre persone che si amano così tanto, e di un amore così puro, da essere una cosa sola, un solo Dio. Come si fa' a non aver voglia di provare!

Oggi, 17 giugno 2011, mancano 153 giorni all'arrivo di Papa Benedetto XVI in Bénin.