venerdì 5 novembre 2010

XIX Convegno Missionario frati minori Cappuccini delle Marche – Loreto - 5 settembre 2010
NELLA CASA DI MARIA… IL SI ALLA MISSIONE.

Un vecchio slogan pubblicitario diceva “ dove c’è Barilla c’è casa”.
Si potrebbe dire a più forte ragione: dove c’è Maria c’è casa.  La casa è sinonimo di intimità, di familiarità, in sintesi di accoglienza. Maria è la femminilità compiutamente realizzata, perché in lei si compie un evento di accoglienza senza eguali nella storia dell’umanità: una creatura che accoglie il Creatore. Più che della casa di Maria dovremmo parlare di Maria come Casa … del nostro Salvatore, di Gesù, di Dio stesso.

Maria donna missionaria perché donna accogliente, e quindi donna pienamente realizzata.
Quello che nessun teologo è mai riuscito a fare , comprendere il Mistero di Dio, Lei lo ha realizzato nella piccolezza della sua vita. L’infinitamente piccolo ha potuto accogliere e contenere l’infinitamente Grande.

Maria ci aiuta a capire, mi ha aiutato a capire, che non si può sempre comprendere tutto, ma a che a volte bisogna abbandonarsi e mettersi in cammino. Anche Abramo partì senza capire dove. A lui il Signore disse : “ Va’ nel paese che io ti indicherò “. Le realtà di Dio meglio si capiscono vivendole.

Accogliere la proposta di Dio è sempre un mettersi a disposizione delle impossibili possibilità di Dio. La missione di Maria è iniziata dal gesto coraggioso di credere che ciò che è impossibile all’uomo è possibile Dio.

La mia esperienza missionaria è iniziata in salita: la malaria dopo appena un mese, l’invito pressante, dopo solo due mesi, a rientrare  in Italia per accompagnare un nostro orfano che doveva operarsi agli occhi. Non ho capito subito, ma poi il Signore guida la storia , anche attraverso e all’interno delle leggerezze umane. S. Camillo De Lellis diceva che tutto quello che comincia con la croce appartiene a Dio.
Posso così dire che la mia esperienza missionaria ha avuto il sigillo del Signore, la sua firma, il suo timbro di approvazione. Quando si vuol far sul serio col Signore, poi il Signore fa’ sul serio con noi.

La casa è poi il luogo in cui si custodiscono relazioni  e sentimenti, in cui si dona una testimonianza quotidiana.
Anche in questo senso si può dire che Maria è stata lei stessa “Casa”, casa  del Mistero.
Nella vita feriale dei trent’anni che hanno preceduto la vita pubblica di Gesù, Maria ha custodito. Il Vangelo ci dice che Maria “ meditava queste cose nel suo cuore”. Maria meditava e viveva, viveva e meditava. Meglio si potrebbe dire: viveva meditando e meditava vivendo.
Lei è vera donna missionaria perché sempre ha custodito un’intima relazione con il Mittente: non puo’ esserci missione senza un mittente, senza Colui che invia. Il documento di Paolo VI “Evangelii nuntiandi” dice al n. 41 “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri …  o se ascolta i maestri lo fa  perché sono dei testimoni”. Questo Paolo VI lo diceva nel 1975 ma quanto questa affermazione è ancora attuale e vera!
Il cuore della missione è vivere un’esperienza di fede “tra” gli uomini: non si può annunciare senza condividere la vita, senza un’ ordinaria e quotidiana testimonianza di ciò e di Colui in cui si crede.
Maria ha ricevuto nella semplicità di tutti i giorni il messaggio e la vita del Figlio Gesù, e nella stessa semplicità di una casa ha donato la sua testimonianza a quel Figlio adottivo , l’apostolo Giovanni, che Gesù le ha affidato dalla croce.

Se devo dire cosa mi colpì della mia esperienza missionaria fatta nove anni fa’ in Benin ben prima di decidere di andarci per “sempre”, fu proprio la testimonianza semplice e calda dei miei confratelli lì presenti ormai da 15 anni ( ormai gli anni sono 23 ). Non vidi cose straordinarie, ma vidi dei frati sereni, che pur nella diversità dei modi di vivere la missione, si accoglievano e si custodivano. 

Dove è la nostra casa? Vale la pena chiederselo. Dove è il nostro punto di riferimento affettivo, il luogo in cui ci sentiamo appunto “ a casa nostra “.

L’esperienza missionaria mi ha obbligato a traslocare.
So che il mio passato e i miei amici di una vita non potranno essere presenti allo stesso modo di prima, ora che vivo a sei mila km di distanza. So allo stesso tempo che non potrò mai trovarvi a casa mia in senso pieno in una terra e in un contesto così diverso da quello in cui sono nato e cresciuto.
Tutto ciò mi ha portato a riflettere che la mia vera casa è il Paradiso. Solo là mi troverò a casa mia. Solo là mi troverò per sempre con le persone più care. Solo la’ vedrò saziata una sete di giustizia che grida nella vita di tantissimi poveri di quelle terre lontane.


Fra Damiano Angelucci da Fano ( O. F. M. Capp. )