sabato 20 novembre 2010

Commento al Vangelo della XXXIV Domenica Tempo Ordinario Anno C. 21 nov. 2010. Solennità di Cristo Re

 Si chiama croce , ma si legge Amore

Cfr. Lc 24, 35 - 43

Alla fine di un ritiro di tre giorni che ho predicato a dei giovani, incamminati verso la consacrazione religiosa, della Diocesi di Cotonou , un giovane ha confidato: " il tuo Ordine religioso ( cioè i francescani ) non mi piace. San Francesco, il fondatore, ha ricevuto le stimmate, Santa Veronica Giuliani ha ricevuto le stimmate, Padre Pio ha ricevuto le stimmate…insomma da voi si soffre troppo! Non è roba per me.

Effettivamente vivere la croce, cioè la sofferenza, non piace a nessuno. Vorrei però aggiungere che la sofferenza in se stessa non è MAI piaciuta a nessun cristiano, neppure ai suddetti santi, neppure ai martiri che, sebbene si facevano uccidere, lo facevano per non rinunciare a testimoniare Cristo risorto figlio di Dio. La sparo ancora più grossa: la croce fine a se stessa , non l'ha ricercata nemmeno Gesù di Nazareth. Ripeto: nemmeno Gesù di Nazareth ha voluto la croce per se stessa.
"Padre, se è tua volontà, allontana da me questo calice! Tuttavia non la mia ma la tua volontà sia fatta" ( Lc 22, 42 ). La croce è stata per Gesù un passaggio obbligato per fare la volontà del Padre, e quindi per amare gli uomini fino in fondo. Non solo , come dice il ladrone pentito, "...Lui non ha fatto nulla di male", ma al contrario ha voluto così bene che ha suscitato l'odio e l'invidia .

Gesù è re nel Regno d'amore che il Padre gli ha affidato non perché ha voluto soffrire o perché se l'è andata a cercare, ma perché ha amato fino in fondo, fino a dare la vita. Nessun uomo ha mai amato come e quanto Lui: Ecco perché è Re dell'universo. Perché questo universo è stato creato per il Bene e nonostante gli spettacolari colpi di coda del male, da Adamo fino a oggi, l'Amore vincerà.

Chi vuol seguire un simile Maestro non può estraniarsi da questo stesso atteggiamento: dare la vita, offrire la propria esistenza per amore di Dio Padre  e del prossimo . " Se qualcuno vuol venire dietro a me , che rinneghi se stesso, prenda la sua croce , e mi segua " ( Mt 16,24 ).
Il fine di tutto non è la croce in se stessa, ma l'imitazione di Gesù nel suo itinerario di amore.
Noi cristiani non amiamo la sofferenza, ma amiamo fino a soffrire. Ecco il punto! Per noi la parola amare dovrebbe essere una cosa seria. Diceva una canzone di Fossati: " la costruzione di un amore  spezza le vene delle mani e mescola il sangue col sudore! "

Siamo noi cristiani il vero partito dell'Amore! Gente poco compresa , così tanto difficile da comprendere che a volte perfino noi non sembriamo capaci di capire e vivere la bellezza e la gioia vertiginosa di questa esperienza , magari restando  a mezza strada. Si rinuncia a parole alla logica del mondo ma poi si lega il cuore al primo luccichio… e si rinuncia a volare Alto; oppure, peggio ancora, al primo problema un po' serio si sospetta il castigo divino!