lunedì 15 novembre 2010

Commento al Vangelo della XXXIII Domenica Tempo Ordinario Anno C.

PERCHE' NON POSSO ANDARE DA UN MARABOU?

 Cfr . Lc. 21, 8-19

Il Marabou è una sorta di indovino al quale si può ricorrere o per conoscere il futuro o per sapere cosa è meglio fare in certe situazioni.
Una giovane di Cotonou ieri mi ha appunto posto la questione: "perché in quanto cristiana non posso consultare l'oroscopo
o magari andare dal Marabou per conoscere il futuro? Come faccio a sapere se il mio fidanzato è la persona giusta da sposare?
O come faccio a scegliere il lavoro che si rivelerà giusto per me?"

Possono essere queste inquietudini molto serie, che nascono da un animo che in buona fede cerca il Bene e la volontà di Dio.

La risposta è legata a una parola e ad un concetto assai importanti per la nostra spiritualità cristiana: RESPONSABILITA'.

Il Signore ci interpella, mette in guardia , offre dei segni premonitori, ma in tutto questo non ci esonera dallo scrutare
i segni dei tempi e dall'impegno del discernimento. Sta' a noi scegliere di vivere in costante comunione con il Signore:
 guardare la realtà, interpretarla, capire, decidere e agire.
Gesù poteva benissimo essere molto più preciso per indicarci la fine della storia , avrebbe potuto darci un appuntamento
così come si fà tra i fidanzati. Avrebbe potuto dirci ora e giorno degli sconvolgimenti finali precedenti la fine del mondo
così da poterci preparare bene bene.
Perché invece è rimasto sul "vago"?

Il Signore non vuole togliere nulla alla nostra responsabilità. Lui è il protagonista della nostra storia, Lui ci ha creati, ri-creati
nell'opera di redenzione, Lui interviene ogni istante della nostra vita con la sua Grazia. Tuttavia noi siamo co-protagonisti e ci spetta
il dovere di una risposta puntuale, libera, momento per momento.

Guerre e disordini si sono sempre verificati nella storia dell'uomo; terremoti, epidemie di peste, fame, carestie, cataclismi e cose simili
hanno da sempre accompagnato la storia del mondo e dell'umanità. Fin da subito i discepoli di Cristo sono stati a più riprese perseguitati e
osteggiati.
In tutto ciò l'uomo non deve sforzarsi di tirare a indovinare date e ora del ritorno glorioso del
suo Maestro; l'uomo in ogni momento della sua vita deve rispondere alla Grazia che lo interpella.
Ogni momento della nostra storia è ferito dalla fragilità della natura umana e della creazione, e allora in ogni evento di sofferenza
e di lutto il credente intuisce la temporaneità di ciò che lo circonda e si dovrebbe sentire interpellato a rinsaldare i legami di
amicizia con il suo Creatore e Salvatore e capire che solo Lui al di là di tutto e dopo tutto, resterà in eterno.

Solo questa relazione d'amicizia permanente ci dà veramente gioia e riempie la vita, e non l'aspettare passivamente la fine del mondo.
La ricerca continua della volontà di Dio ci rende veramente adulti, persone robuste che affrontano la vita a testa alta e senza paura,
solidali con il fratello accanto.
Solo questa fiducia perseverante e a tutto campo riempie il cuore e ci farà attraversare indenni qualsiasi sconvolgimento, sia esso cosmico
sia esso personale. E se poi dovesse anche arrivare la fine del mondo ... che problema c'è?
"E' con la perseveranza che salverete le vostre vite!"