giovedì 4 dicembre 2025

Il Signore aspetta il nostro ritorno

  

Commento al Vangelo della I domenica di Avvento, anno A – 6 dicembre 2025


Dal Vangelo secondo Matteo (3,1-12)

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli, infatti, è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò, ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».


Commento

 Neppure Gesù con i farisei andava troppo per il sottile: un giorno – stando sempre al vangelo di Matteo – disse loro: “Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi?” (Mt 12,34); e un’altra volta: “Razza di vipere, come potete sfuggire al fuoco della Geenna?” (Mt 23,33). Potremmo dedurre che Giovanni il Battista è stato precursore di Gesù anche in questo: nel modo di ammonire i farisei, attenti – almeno nelle intenzioni – osservatori della legge ebraica. Rigidità pericolosissima, perché portava tali uomini alla presunzione di poter meritare la salvezza eterna, e non considerarla un puro dono della benevolenza, della Grazia di Dio; un dono da custodire, non da comprare. Capite subito quanto è tutt’ora attuale questa tentazione per noi cristiani di oggi.

A quei farisei che vengono a lui per farsi battezzare, confessando i loro peccati, Giovanni rivolge una domanda solo apparentemente retorica: “Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente?” Sarebbe a dire: perché siete venuti qui? Cercate di prendere coscienza di Colui che vi chiama alla salvezza e che in qualche modo parla e ha parlato al vostro cuore, tanto da condurvi al desiderio di conversione.”

L’animosità di Giovanni Battista, come quella di Gesù, compresa la durezza del gergo, non sono tanto un atto di disprezzo, quanto una messa in guardia dal pericolo che i farisei di tutti tempi corrono: quello della presunzione, il peggior veleno della vita spirituale, ben più pericoloso del veleno delle vipere che offende solo la vita biologica. Lasciamoci toccare anche noi da questo ammonimento. Certo, gradiremmo parole un po’ più dolci e accomodanti, ma non dovremmo forse essere grati a un amico medico che ci dice la verità su una nostra malattia? O forse preferiremmo che ci venga detto che basta una Tachipirina per curare un tumore maligno? Questo tempo di Avvento, se da una parte è tempo di attesa da parte degli uomini del ritorno del Signore, dall’altra, segna l’attesa da parte del Signore del ritorno dell’uomo alla sua misericordia, alla sua Grazia.