venerdì 22 dicembre 2023

Una possibilità di Infinito e non infinite possibilità.

  

Commento al vangelo della IV domenica di Avvento, anno B – 24 dicembre 2023

+ Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

Commento

 In questi ultimi giorni di Avvento nei vangeli della liturgia notiamo l’avvicendamento dei due grandi testimoni della venuta del Messia Gesù; c’è una sorta di passaggio di testimone tra Giovanni Battista e Maria di Nazaret. Il primo invitata a preparare la strada, a cambiare vita per accogliere la venuta del Messia Gesù. Maria di Nazaret accoglie, prima, nel suo grembo il Messia e di conseguenza cambia la sua vita. In lei – cioè - c’è il primato dell’intervento della grazia divina, il completamento di quanto predicato da Giovanni, e capiamo che vano sarebbe ogni tentativo di conversione se prima non ci fosse il potente intervento dello Spirito di Dio nel cuore dell’uomo.
 A Maria viene chiesto un grande atto di fede. Il suo eccomi è un atto di fiducia totale alle parole che l’angelo le porta da parte del Signore; è chiamata a credere alle impossibili (umanamente parlando) possibilità di Dio, di generare, cioè, una vita senza intervento umano.

A partire dalla sua vicenda capiamo che la nostra salvezza dal potere del male e della morte, il compimento in generale della nostra vita, non è frutto della ricerca affannosa di una tra infinite possibilità, ma l’accoglienza nella fede di una possibilità d’Infinito. La nostra vita è limitata nel tempo e nello spazio, condizionata da eventi in gran parte non dipendenti da noi che restringono le alternative a disposizione; ma con l’evento storico dell’incarnazione Dio entra nelle vicende della corrotta natura umana e la vita di ciascuno di noi è toccata dalla possibilità di partecipare alla vita di Dio, appunto infinita.

Nel vangelo si dice poi che l’angelo, dopo la risposta affermativa di Maria, “si allontanò da lei”. Dove è andato? Allontanato da Maria, ma, verso dove?” Sicuramente per andare a propagare lo stesso annuncio al cuore di ogni uomo. Anche la tua vita è toccata da questo annuncio. Il Signore, ci ricorda il prossimo Natale, vuole fare anche del tuo cuore una sua dimora. Ma tu credi possibile questa infinita bontà e bellezza per la tua vita? Mentre mediti la tua risposta ti auguro un santo Natale, di pace e di bene.