mercoledì 12 dicembre 2018

Commento al vangelo della III Domenica di Avvento, anno C; 16 dicembre 2018

          


Le “agenda” della conversione




TESTO (Lc 3,10-18) 

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». 
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo


COMMENTO


Nel Vangelo di oggi risuona di fatto come un ritornello: “cosa dobbiamo fare”. Tutti se lo chiedono, tutte le categorie più implicate nelle ingiustizie diffuse del tempo. Tale ritornello, come tutte le parole della Sacra Scrittura deve uscire dalla pagina del testo ed entrare nelle pagine della nostra coscienza.

 Anche noi che ascoltiamo siamo interpellati da questa domanda: “Cosa dobbiamo fare?” Io religioso, e noi operai, impiegati, liberi professionisti, dipendenti pubblici…cosa dobbiamo fare per evitare di essere ritenuti alberi senza frutto da tagliare e gettare nel fuoco? (cfr Lc 3,9).

Ristabilire un minimo di giustizia: ecco quello che chiede Giovanni Battista per l’imminente arrivo del Cristo. Per quanto sembrino radicali ed esigenti le richieste di Giovanni, esse in realtà non chiedono un mutamento delle condizioni di vita: il militare continuerà a fare il militare, l’esattore continuerà a fare l’esattore. Solo il Figlio di Dio, Gesù potrà eventualmente chiedere di lasciare tutto il resto per andare dietro lui.

Siamo certi che solo il Signore Gesù potrà dare a ciascuno un cuore nuovo, un cuore da figli, e questo lo farà immergendo la nostra vita nello Spirito Santo, nell’esperienza della Pentecoste, nella presenza concreta dell’amore comunionale di Dio. Fino a quel momento qualsiasi uomo è comunque nella condizione di dare un giudizio di verità sulle tante situazioni di sopruso e squilibrio sociale; quel lume di naturale ragionevolezza che lo abita non potrà lasciarlo chiuso al grido degli oppressi e degli ultimi della società.

Senza un minimo desiderio di verità e di bene, senza questa minima presa di coscienza, ed una concreta risposta, il Signore passerà invano davanti la porta dei nostri cuori, perché troverà, irrimediabilmente, solo una porta chiusa.