UN AMORE CHE VINCE
TESTO ( Gv 18,33-37 )
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
COMMENTO
Gesù ha appena concluso la più lunga e più importante preghiera che i 4 vangeli ci riportano (cfr Giovanni 17) nella quale prega il Padre perché gli uomini siano salvi dallo spirito del mondo e possano contemplare la sua Gloria infinita.
Ora Gesù si trova proprio dinanzi a un re di questo mondo, Pilato. Gesù però non si mette in competizione ma indica un Regno diverso, che appunto non è di questo mondo ma che tuttavia non ne è estraneo.
Gesù si proclama re, l’unico versetto dei Vangeli in cui lo dice apertamente, ma un Re che viene non per distruggere altri regni, ma per manifestare il potere unico e indistruttibile del Regno di Dio, in cui Giustizia e Pace si baceranno (secondo la profezia di Isaia ) e non saranno mai sopraffatte da alcun potere umano.
La relazione tra il Regno di Dio e le realtà di quaggiù deriva dal fatto che Gesù è venuto per manifestare a noi la potenza invincibile della misericordia divina e della giustizia divina; per questo egli accetta di farsi uccidere ingiustamente, per manifestare che la sua autorità è l’unica che può sopravanzare qualsiasi altra autorità e potere umano. Gesù è re dell’universo perché anche nel tempo, oltreché nello spazio, il suo amore abbraccerà tutti i cuori che vengono dalla verità, che cioè sono sinceramente animati dal desiderio di ciò che veramente dura in eterno, anche oltre la morte.
Si racconta che al termine del breve incontro di San Francesco col Sultano di Damietta in Egitto, Malek al- Kamel, questi abbia detto al Santo di Assisi: “prega per me che Dio mi riveli come meglio io lo debba servire”. Capiamo che coloro che vengono e che nascono col desiderio della verità, di ciò che è buono e giusto veramente, non disprezzeranno mai la voce di chi, vivendo del suo stesso spirito, parleranno in nome di Cristo.