mercoledì 7 novembre 2018

Commento al Vangelo di Domenica 18 novembre 2018, XXXIII del Tempo Ordinario anno B




Chi guida la nave?


TESTO (Mc 13,24-32)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».


COMMENTO

Scriveva un filosofo dell’800: “«La nave è in mano al cuoco di bordo. E ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta ma ciò che mangeremo domani». Chissà cosa direbbe oggi questo pensatore! Senza andare tanto lontano ma fermandoci ad ascoltare i nostri vicini, parenti e amici, capiamo che non interessa andare a fondo nella comprensione di ciò che stiamo vivendo, della direzione che stiamo dando alla nostra vita, alla nostra società, e soprattutto della direzione che altri stanno dando al nostro tempo.

Proprio perché siamo interessati soprattutto a quello che si mangerà, non siamo attenti ai segni dei tempi, a quella pianta di fico il cui ramo tenero annuncia imminente l’estate. Ci è risparmiato indovinare quale sarà il giorno ultimo del giudizio finale in cui Cristo tornerà a giudicare i vivi e i morti, tanto più che neppure Gesù ha detto di conoscerlo; ma quanto meno in tanti eventi e situazioni riceviamo segni ben più eloquenti di un ramo di fico che preannuncia cambio di stagione; dovremmo avvertire la temporaneità e l’instabilità delle tradizionali certezze. Il grande gestore di fondi di investimento Soros diceva che per l’uomo ci sono solo due investimenti sicuri: il mattone e i figli, intendendo per mattone gli investimenti immobiliari. Ora neanche più la case sono sicure e provocano più tasse che profitti e neanche sui figli si investe. Su cosa stiamo investendo? In quale direzione conviene orientare la navigazione?

Siamo sempre molto connessi, molto informati su tutto, ma pochissimi e pochissimo si occupano di cogliere il senso degli eventi, e in quale direzione sta girando il vento. Papa Francesco ci ha detto che viviamo non un’epoca di cambiamenti ma un cambiamento di epoca. Quale epoca ci lasciamo alle spalle, e verso quale epoca ci stiamo incamminando? 

Ulisse era un navigatore che viaggiava su e giù per i mari ma aveva un’isola, Itaca, da cui era partito e alla quale voleva ritornare. Qual è la nostra origine , e dove vogliamo approdare. Gesù figlio di Dio ci rivela una paternità e a quella paternità ci vuole orientare perché in quel cuore troveremo finalmente pace, conforto e consolazione. Non sarà forse il caso di spegnere i megafoni di bordo e in un sobrio digiuno dal superfluo del mondo ritrovare la voce di quel Padre dei cieli che ci dice: “io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo!”. (Mt 28,20)