giovedì 21 settembre 2017

Commento al Vangelo della XXV Domenica del Tempo Ordinario, anno A, 24 settembre 2017





MISERICORDIATI A TEMPO INDETERMINATO


TESTO (Mt 20,1-16)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.

Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 

Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».


COMMENTO

All’avanzare del giorno calano le pretese lavorative di questi lavoratori a tempo determinato, determinatissimo, appena qualche ora. Quelli dell’alba stipulano un accordo verbale: un denaro al giorno. Poi il padrone della vigna assume alle nove altri operai. La giornata è già iniziata, la possibilità di trovare lavoro è più scarsa, e allora per convincerli ad andare nella vigna è sufficiente promettere “quello che è giusto”.

Ma la giornata avanza ancora e arriviamo addirittura al pomeriggio, quando mai nessuno assumerebbe operai per lavorare appena un’ora. Le attese degli operai sono quasi nulle. Il padrone dice “andate” e questi vanno, senza nessuna altra promessa o impegno da parte del datore di lavoro. Egli in questo caso non dice neppure “vi darò quello che è giusto”. Nessuno li ha presi ed essendo disoccupati, forse vale la pena lavorare anche per poco più di nulla, magari rischiare anche di lavorare gratis, sperando nella pura bontà del padrone.

Le meraviglie non finiscono qui. Anzi iniziano proprio ora, al momento di fare i conti.

La parabola è provocatoria e costruita in modo tale da far saltare i nervi agli alfieri dei diritti sindacali. Perché addirittura i primi ad essere pagati sono gli ultimi ad essere stati assunti e ricevono lo stesso denaro promesso ai braccianti delle sei di mattina. Logica vorrebbe, e così pensavano di fatto questi, che la paga per la giornata intera fosse un po’ più di quella pattuita. In questo elemento di contraddizione si gioca il messaggio di Gesù. 
Non siamo forse tutti noi operai dell’ultima ora? Chi di noi può vantare diritti di fronte alla smisuratezza della misericordia di Dio? Detto altrimenti: non navighiamo tutti sulla stessa barca di quella umanità che in un modo o in un altro non riesce a corrispondere alla benevolenza di Dio? … e che quindi ha sempre bisogno di un intervento supplementare di bontà, di paga extra, rispetto alla scarsezza dei meriti personali?

Qui il punto: sentirci in diritto di fronte a Dio ci rende ultimi, perché incapaci di cogliere l’essenza della sua salvezza: pura Grazia. Dovremmo essere sempre come gli operai delle cinque del pomeriggio, cioè metterci al lavoro abbandonandoci alla pura benevolenza del nostro Padre celeste, perché l’unico operaio delle sei di mattina è Cristo stesso, l’unico ad aver lavorato da sempre per il Regno di Dio.