lunedì 2 novembre 2015

Bellissima testimonianza di un medico sul senso della morte

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Qualche settimana fa appena entrata di turno per la guardia della notte vado a visitare un paziente che sapevo essere terminale, qualche parola, un po’ di conforto e un antidolorifico. Dopo pochi minuti gli infermieri mi chiamano perché il paziente sta morendo, i familiari si allontanano dal letto angosciati e spaventati, noi ci affaccendiamo nel nostro meccanico via vai di cateteri, tubi e ossigeno, ma lui stava veramente esalando gli ultimi respiri ormai incosciente.

Allora ho tolto tutto, flebo, ossigeno e l’ho solo semplicemente accarezzato fino all’ultimo.
Ho capito che il Signore mi ha permesso di rimanere vicino a quell’uomo in un momento unico della sua vita.
Ho capito che mi ha dato il privilegio di accarezzare con le mie mani Gesù morente sulla croce.

Ho capito che i familiari sono fuggiti proprio come gli amici di Gesù perché non è facile stare ai piedi della Croce.
Ho capito il turbamento che provò Gesù quando vide Lazzaro morto, perché dopo tanti anni la morte ha qualcosa che davvero ancora mi turba…Ho capito che il nostro corpo, senza vita, non è altro che un insieme di carne, ossa, secrezioni e piaghe e non avrebbe senso senza lo Spirito Santo.

Ho capito che per quanto possa avere studiato, essere un bravo medico, avere il potere di lenire il dolore fisico delle persone in quel momento Gesù mi diceva ” vedi che senza di me non puoi nulla, io sono il Signore della vita e della morte, il tuo compito finisce qui, devi stargli solo vicino, adesso a lui penso io”.
… è che quando mi libero un po’ della mia piccolezza umana capisco chiaramente quello che Lui vuole dirmi e finora non ho mai frainteso.

Come diceva Chiara Corbella Petrillo :”Dio mette la verità dentro di noi, non è possibile fraintendere”, adesso capisco perché. 

lettera firmata