giovedì 3 aprile 2014

Commento al Vangelo della V Domenica di Quaresima , anno A; 6 aprile 2014.



Andiamo anche noi a morire con lui!


TESTO
( cf Gv 11,1-45)
  
 Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. 2 Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3 Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato».
4 All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5 Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. 6 Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 7 Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8 I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9 Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10 ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». 11 Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12 Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». 13 Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. 14 Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15 e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». 16 Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
17 Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. 18 Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia 19 e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. 20 Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21 Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22 Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». 23 Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 24 Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». 27 Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».
28 Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29 Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. 30 Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31 Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». 32 Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33 Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34 «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35 Gesù scoppiò in pianto. 36 Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». 37 Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».
38 Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39 Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». 40 Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». 41 Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42 Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».
45 Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

Commento

Mi colpiscono nel Vangelo della “rianimazione” di Lazzaro proprio le parole di Tommaso, detto il gemello (Didimo): “andiamo anche noi a morire con lui!”. Nel Vangelo di Giovanni spesso i dialoghi sono intessuti di equivoci che svelano gradualmente il vero senso.
I suoi avevano appena espresso lo stupore per il desiderio di Gesù di tornare in Giudea (dove si trova Betania) dove poco tempo prima i giudei avevano cercato di lapidarlo ma di fronte alla sua risolutezza, Tommaso assume fino in fondo le conseguenze della sua scelta di seguire Maestro e dichiara: “andiamo anche noi a morire con lui”.
Gesù si avviava a Betania per fare il segno più grande dei sette raccontati dall’evangelista Giovanni, quello della resurrezione di Lazzaro, ma Tommaso pensa alla morte. Gesù è figlio della luce , Gesù è La Luce, come abbiamo ascoltato Domenica scorsa, ma l’uomo vede davanti a sé solo il muro della morte. Però Tommaso, detto il gemello, accetta la sfida di camminare con Gesù nelle 12 ore di luce del giorno durante le quali splende Gesù, luce del mondo e invita gli altri a fare lo stesso: “andiamo anche noi ….”.
Questo discepolo era soprannominato Didimo, che significa gemello. Gemello di chi? Dove è il fratello che dovrebbe rassomigliargli come una goccia d’acqua in quanto gemello? Fratello, sei tu che leggi. Il fratello gemello di Tommaso devo essere io che mi avvicino a Gesù attraverso questa parola di vita, per dire anche io: “andiamo …”
Gesù è luce del mondo, Gesù è la resurrezione, chi crede e vive in lui vivrà in eterno. Gesù pone anche a noi la domanda posta a Marta “Credi tu questo?”
La morte di chi ci è vicino ci strappa un pezzo di vita, ci fa dire come a Marta e poi a Maria: “Maestro, se tu fossi stato qui, nostro fratello Lazzaro non sarebbe morto”. Noi diciamo qualcosa di molto simile: “Signore, se è vero che sei Dio, perché permetti la morte di un giovane, pulito, onesto,  e lasci vivere troppo a lungo dittatori, assassini, pedofili etc.
Gesù ci pone una sola domanda: “Tu credi che io sono la resurrezione? Che chi crede e vive in me vivrà in eterno?”.
Se le nostra risposta è si e accettiamo l’esortazione del nostro fratello gemello Tommaso, e potremo trovare la forza di sopportare la fatica degli impegni familiari (figli ribelli, una fedeltà coniugale eroica da vivere, genitori che sembrano troppo severi …), la fatica del mio lavoro e della fedeltà a degli impegni presi, la fatica di orientare le nostre scelte secondo i criteri del Vangelo; in poche parole la forza di morire a noi stessi, e di accettare anche la morte fisica di chi perdendo la sua vita ci ha già tolto un po’ della nostra, anche se questo ci fa versare lacrime come è successo a Gesù.