domenica 22 aprile 2012

Commento al Vangelo III Dom di Pasqua, anno B, 22 aprile 2012

L’ABC della missione


TESTO (Lc 24,36-49)
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».37 Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.38 Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?39 Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho».40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.41 Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito;43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
44 Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».45 Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse:46 «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno47 e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.48 Di questo voi siete testimoni.49 E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».


COMMENTO


La testimonianza da rendere a Gesù non è un trattato di filosofia ma l’annuncio che Egli ha sofferto per noi, è resuscitato dalla morte e che attraverso di Lui  e per Grazia sua, tutte le nostre colpe sono emendate e cancellate.
San Paolo aveva capito l’essenzialità della Buona Novella e di fatto ai cristiani di Corinto scrive semplicemente:
“Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici”. (1 Cor 15,3-5)
Forse proprio noi missionari dovremmo meditare un po’ più a lungo queste parole, noi a volte tentati di divenire gli imprenditori della solidarietà a distanza o i manager del “Non-profit”.
Il punto è che per essere testimoni della “conversione e del perdono dei peccati” bisogna vivere da risorti, e fare una continua esperienza delle presenza di Cristo risorto nella nostra vita. Anche San Paolo testimonia qualcosa che lui non ha visto in modo diretto ma che ha ricevuto a sua volta, un annuncio che ha visto incarnato in delle persone concrete. La visione sulla via di Damasco da sola non sarebbe bastata. Proviamo ad essere non i cristiani dei miracoli o delle apparizioni ma i cristiani della conversione quotidiana, del perdono accolto o donato, per divenire ovunque i veri missionari della Bella Notizia.