venerdì 13 gennaio 2012

Commento al Vangelo II Domenica TO Anno B 15 gennaio 2012.

L’INVITO E LA RISPOSTA

TESTO (Gv 1,35-42)

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!».37 E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.38 Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?».39 Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)»42 e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)».

COMMENTO
Il giorno di Natale dell’anno appena trascorso ho avuto l’immensa gioia di amministrare per la prima volta qui in Bénin il sacramento del Battesimo a tre bambini nel corso della Messa celebrata in una Parrocchia. La cosa che mi ha un po’sorpreso , ma non troppo, è che c’erano le rispettive mamme, i padrini/madrine di battesimo ma per nessuno dei tre era presente il padre. Conosco sufficientemente bene la situazione locale e quindi non mi sono scandalizzato, tuttavia le condizioni minimali per battezzare erano presenti e cioè la presenza di qualcuno che si prendesse carico della fede dei battezzati. La Chiesa per amministrare i sacramenti esige la fede, ma non necessariamente la fede di chi il sacramento lo deve ricevere, e pertanto è la comunità cristiana che si incarica di guidare e accompagnare il cammino di questi piccoli attraverso qualche adulto che se ne prenda carico. Quelle tre mamme, si spera anche le madrine, dovranno essere una luce di riferimento per i loro bambini, dovranno essere come la voce di Giovanni Battista che ad ogni momento, soprattutto negli svincoli fondamentali della vita, ammonirà: “ Il tuo Salvatore è Lui, è Gesù di Nazareth, non ce ne sono altri. È lui l’agnello di Dio, cioè è lui che Dio Padre ci ha inviato per espiare tutti i nostri peccati”.
Ognuno di noi, se cristiano, ha beneficiato di questa carità educativa e tuttavia, seguendo il racconto del vangelo di questa Domenica, ci accorgiamo che per completare l’edificio della fede manca ancora qualcosa: manca il si di un’esperienza personale. I discepoli del Battista accolgono l’invito del loro maestro, si recano presso Gesù e questi a sua volta li invita a seguirlo: “venite e vedrete”… e quel giorno si fermarono presso di lui.
Una testimonianza forte e coerente è quasi sempre necessaria per arrivare alla scoperta della persona del Cristo e tuttavia essa non è sufficiente: a partire da questa ciascuno è chiamato a non contare più sul sentito dire e sul vissuto di un altro ma a fare un’esperienza in diretta, sulla propria vita. Vivere liberamente la grazia dei sacramenti, accostarsi quotidianamente alla Sacra Scrittura, scoprire il volto del Crocifisso sul volto di chi ci tende la mano, ecco gli appuntamenti fondamentali dove il Signore ci chiede di seguirlo per andare a vedere dove abita.