sabato 12 aprile 2025

Ci ha amato fino alla fine

 

 Commento al vangelo della domenica delle Palme, anno C – 13 aprile 2027


+ Dal Vangelo secondo Luca (19,28-40)

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

Commento

 La cronaca di questi ultimi mesi ci obbliga ad assistere a scenari di guerra molto vicini a noi. Le guerre, forse, finché durerà questo mondo non finiranno mai, ma almeno abbiamo la certezza che la misericordia di Dio e la sua compassione per noi uomini avranno durata sempre maggiore, fino all’eternità. Nella domenica attuale, detta delle Palme, noi contempliamo l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e ascolteremo, come il venerdì santo, la lunga narrazione della passione di Cristo. 

Nel gergo militare si dice che un territorio può dirsi occupato quando il suolo è calpestato dai piedi dei soldati (boots on the ground). Noi cristiani possiamo e dobbiamo dire che Dio certamente dall’eternità è amore misericordioso, ma è nella persona di Gesù che si è definitivamente rivelato con un volto umano, e con Gesù e in Gesù ha messo “piede” definitivamente nel cuore dell’uomo, nel senso che ci ha dato la possibilità di amare con il suo stesso cuore, e di sconfiggere per sempre l’odio. Più di ogni altra mia parola, mi voglio far forte delle parole di Papa Francesco scritte al paragrafo 203 della sua ultima enciclica “Dilexit nos”:
Egli ci permette di amare come Lui ha amato e così Egli stesso ama e serve attraverso di noi. Se da un lato sembra rimpicciolirsi, annientarsi, perché ha voluto mostrare il suo amore mediante i nostri gesti, dall’altro, nelle più semplici opere di misericordia, il suo Cuore viene glorificato e manifesta tutta la sua grandezza. Un cuore umano che fa spazio all’amore di Cristo attraverso la fiducia totale e gli permette di espandersi nella propria vita con il suo fuoco, diventa capace di amare gli altri come [ha fatto] Cristo, facendosi piccolo e vicino a tutti. (fine citazione).

La novità totale che la Passione di Cristo ci rivela è proprio questa: Gesù ci ama non solo con un cuore divino, ma anche con un cuore umano che stabilmente bussa e chiede il permesso di dargli spazio nella nostra esistenza.