martedì 17 dicembre 2024

Pellegrina di speranza

 

Commento al vangelo della IV domenica di Avvento/C – 22 dicembre 2024

 

Dal Vangelo secondo Luca (1,39-45)

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

 

Commento

A pochi giorni dall’inizio del giubileo dell’anno santo, il prossimo 24 sera, il vangelo di quest’ultima domenica di Avvento ci presenta come ogni anno l’itinerario spirituale di colei che ha generato e partorito il vero protagonista – Gesù - della festa del Natale Cristiano.

Maria di Nazaret, infatti, non ha solo percorso un itinerario geografico, camminando da Nazareth fino a un non meglio precisato villaggio della regione montuosa della Giudea, e altri ne farà dopo la nascita di Gesù - , ma ha percorso un viaggio nella fede. Se lo slogan di questo anno santo è “pellegrini di speranza” possiamo proprio dire che, in tutti i racconti evangelici, Maria è stata lei per prima pellegrina di speranza. Ricevuto l’annuncio dell’arcangelo Gabriele, Maria ha detto con totale fiducia in Dio il suo “Sì”, ma non le è stata risparmiata la fatica di comprendere ed affrontare le modalità concrete, dure e imprevedibili con cui tutto si sarebbe realizzato.

Per questo si mette in viaggio alla ricerca della parente Elisabetta, ormai avanzata in età, che secondo l’angelo Gabriele era già al 6° mese di una gravidanza ormai insperata. Maria non parte alla ricerca di una conferma per poter credere; Maria parte per condividere la gioia di un evento imprevedibile per lei e per la sua parente. Sempre è la fede la prima scintilla che genera la speranza; sempre è la fede che mette in moto il cuore, che ne dirada le tenebre, che risveglia le attese di una vita nuova. In Maria, come nella vita di ciascun credente-discepolo di Gesù, la speranza si rigenera e si alimenta del suo stesso oggetto. Infatti, giungendo da Elisabetta, e vedendo avverata la notizia della maternità di Elisabetta si sente dire da questa: “a che debbo che la madre del mio Signore venga da me?” ricevendo una conferma di quanto aveva sentito dall’angelo.

Camminando anche noi con la fede e nella fede di Maria, saremo come lei pellegrini di speranza, perché avremo modo di vedere segni molto concreti di come il Signore mantiene le sue promesse di gioia di cui abbiamo ascoltato nel tempo di Avvento: che saranno solo una parziale caparra e anticipo della gioia eterna che ci sarà data nei cieli. Buon cammino e Pace e Bene