Commento al vangelo della I domenica di Quaresima, anno B – 18 febbraio 2024
Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Commento
Gesù prende la mira sul vero nemico da abbattere e combattere: Satana, che nella sua etimologia dice già quasi tutto, cioè accusatore, divisore, il guastatore o “guasta feste”. Lo Spirito, il Signore della comunione, definibile anche come la comunione del Padre e del Figlio fatta persona, sospinge Gesù a far subito esperienza del vero nemico della sua impresa.
Mentre Gesù si prepara a proclamare la Buona notizia, che Dio Padre non si è mai stancato dell’uomo e che anzi lo ha mandato per ri-allacciare i rapporti interrotti dall’uomo, lo spirito del male invece cercherà di staccare Gesù dalla fiducia in Dio Padre.
Un re che si prepara ad una battaglia, occorre che faccia i calcoli se con 10 mila uomini può andare ad affrontare un re che ne ha 20 mila, o chi vuole costruire una torre occorre che faccia ben i calcoli per capire se potrà arrivare alla fine dell’impresa (Cf. Lc 14,28ss.). Così Gesù mette da subito alla prova la sua umanità, perché la sua volontà non potrà discostarsi neppure per un attimo da quella del Padre, e anzi chiamerà satana, divisore, non i suoi uccisori ma proprio il primo di tutti gli apostoli che lui stesso aveva scelto, l’apostolo Pietro. Drammatica quella situazione: perché mostra quanto è facile anche per i più intimi di Gesù, staccarsi dal cuore di Dio, dalle sue vie di salvezza che, differentemente dalle nostre, passano per il filtro della Pasqua.
Nel silenzio del deserto Gesù compie un itinerario spirituale che lo porta già alla intuizione di una lotta a cui dovrà prepararsi, di un percorso che anche nella durata assomiglia e richiama l’esodo dei 40 anni di Israele nel deserto. Ma nelle poche parole usate dal più sintetico dei 4 evangelisti in questo brano c’è anche il preludio della vittoria. Gesù vive insieme a bestie feroci, gli angeli si mettono al suo servizio. Questo è il preludio, profetizzato anche da Isaia 11,6ss (Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà […] Il leone si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso) , il preludio di una umanità finalmente riconciliata anche con il cosmo. Che l’inizio della Quaresima sia anche per noi un momento di serena presa di coscienza dei veri nemici da abbattere, delle cose che più ci separano dal fare la volontà di Dio Padre.