giovedì 16 dicembre 2021

Non vi accorgete delle cose nuove che il Signore sta facendo?

IV Domenica di Avvento/C – 19 dicembre 2021


Dal Vangelo di Luca (1,39-45) 

 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

 

Commento

 Visita di Maria alla parente Elisabetta, meglio conosciuta come “Visitazione”. Siamo agli inizi della redenzione, quella che può essere chiamata la seconda creazione. Nella prima Dio parlava e contemplava la bellezza dei frutti della sua Parola. “E Dio vide che era cosa buona” (Gen 1,12. 18. 21). Nella rigenerazione del mondo è la Parola stessa, il Verbo di Dio a farsi creatura, ma questa volta sarà causa di gioia solo per chi come Maria crederà a questa possibilità. Anzi, Gesù, la Parola vivente di Dio fatta carne, se non riconosciuto, sarà motivo di inciampo e di rovina. Il vecchio Simeone, quando vide arrivare al tempio di Gerusalemme Giuseppe, Maria e Gesù, “li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele»” (Lc 2,34).
La beatitudine di tutti coloro che credono, come Maria, nell’adempimento della parola del Signore, ha un tremendo rovescio della medaglia: il mutismo, l’insignificanza e la disperazione. Basti ricordare la condanna al silenzio dell’angelo Gabriele all’incredulo Zaccaria riguardo la tarda gravidanza della moglie, o il pianto di Gesù su Gerusalemme che non ha riconosciuto il tempo in cui è stata visitata.

L’episodio della visitazione di Maria a Elisabetta, indubbiamente gioioso e pieno di esultanza, offre al contempo un monito forte e severo alla nostra mancanza di fede che ci rende menomati, ciechi e – ultimamente - morti.

A pochi giorni dal Natale contempliamo con Maria, e come Maria, la vita che germoglia nelle cose meno appariscenti e più umili. La gioia vera e che non passerà in eterno, appartiene a chi, come lei, saprà vedere con gli occhi della fede la Parola di Dio portare frutti di bene pur nell’aridità di un mondo stanco, sfiduciato, e troppo spesso – giova dirlo – convinto che ovunque e sempre ci siano solo odio e complotti.