XXXIII Domenica del Tempo Ordinario/B – 5 settembre 2021
Dal Vangelo di Marco (7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Commento
Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 1 (cf Gv 1,49-51) si racconta che quando Natanaèle riconobbe l’autorità di Gesù, dicendogli: “tu sei il figlio di Dio, tu sei il re d’Israele”, Gesù rispose: “Vedrai cose maggiori di queste…vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”.
E proprio nel Vangelo di oggi ci troviamo difronte, sì a una delle tante guarigioni operate dal Messia, ma anche alla particolarità di questa invocazione che addirittura l’evangelista ha voluto riportarci nella lingua originale parlata da Gesù – l’aramaico -, e così abbiamo il suono esatto della parola di Gesù: “Effatà”. Una parola che è stata pronunciata anche su chi tra di noi ha ricevuto il Battesimo nel nome di Cristo Signore; e il ministro aggiunge, seguendo il Rito del Battesimo: “Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre”.
La cosa interessante è che il comando così perentorio rivolto dal nazareno, non sembra rivolto all’orecchio o alla bocca, ma proprio al Cielo. “Apriti!”. Il Signore, per questo sordo muto, compie un gesto profetico straordinario, perché anticipa per lui e su di lui la riapertura della comunione piena tra Dio e l’Uomo. I cieli si chiusero al peccato della prima coppia di uomini. I cieli si riaprirono alla resurrezione-ascensione di Cristo, e qui Gesù chiede e ottiene che su questo malato si realizzi un’anteprima, un segno di questa piena riammissione dell’umanità nella gloria della divina comunione che avverrà nella sua Pasqua.
Ed ora che la relazione tra Dio e l’uomo è stata pienamente ristabilita, si tratterà di viverci all’interno, di abitarla, di non trascurare quel dono immenso del nostro Battesimo che ha riaperto la presenza di Dio su tutte le nostre chiusure e ristrettezze di cuore, e che ristabilirà anche la pienezza della nostra corporeità. Buon cammino!