martedì 29 agosto 2017

Commento al Vangelo di Domenica 3 settembre 2017, XXII del TO anno A



                 
 Il capolavoro di Cristo


TESTO (Mt 16,21-27)

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. 
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 

Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? 
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».


COMMENTO

Abbiamo sentito nel Vangelo di Domenica scorsa, Pietro prendere la parola a nome del gruppo dei discepoli per definire l’identità di Gesù: il Cristo, sarebbe a dire il prescelto di Dio.
Ora Pietro prende la parola per rappresentare i discepoli, ma anche l’umanità tutta, nella difficoltà di comprendere il mistero di Cristo crocifisso, di un salvatore che stranamente dovrà molto soffrire e addirittura essere ucciso, prima di risorgere.

Solo lo Spirito di Pentecoste farà comprendere al gruppo dei discepoli ciò che le loro orecchie da sole, e i loro cuori, non potevano comprendere. Pietro è già beato perché il Padre nei Cieli gli ha già rivelato che Gesù è il Messia ma questa rivelazione si dovrà completare nel passaggio della croce, nel travaglio del parto dell’uomo nuovo Cristo Gesù, crocifisso e risorto per noi, che manda il suo Spirito, e guida alla verità tutta intera, quella verità che in questo momento i discepoli non riescono a portare e sopportare in tutto il suo peso.

Pietro, in questo momento, è ancora troppo immerso nella mentalità del mondo che cerca salvezze immediate e a basso prezzo; per questo è di scandalo, cioè di impedimento a Gesù stesso. Egli giustamente è convinto che il Signore, il Cristo, non fallirà la sua missione di salvezza dell’uomo dal male del mondo; tuttavia non ha capito che questa salvezza passerà per l’offerta della propria vita, per poi essere ripresa. Al contrario: chi cercherà di salvarla a tutti i costi la perderà per la vita eterna. 

In effetti per poter dire di aver sconfitto una malattia non ci accontenteremmo di guarire in un modo o in un altro, cento, mille o un milione di persone affette da questa malattia, ma vorremmo essere sicuri di aver trovato un vaccino o un antidoto sicuro e affidabile contro il male stesso. Gesù di Nazareth non ha lottato e sopraffatto delle persone malvage. Lui ha lottato e sopraffatto il male che agiva in loro, con l’arma e l’antidoto più sicuro: la misericordia divina. Chi ricorrerà a Cristo e alla sua Grazia, troverà sempre la medicina sicura e decisiva per la salvezza e la vittoria finale.