giovedì 13 luglio 2017

Commento al Vangelo di Domenica 16 luglio 2017, XV TO anno A.




La terra fertile del cuore di Cristo


TESTO ( Mt 13,1-9 )

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».


COMMENTO

Il profeta Isaia aveva annunciato a nome del Signore: “Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata». (Is 55,10-11)
Invece Gesù sembra non dare più per scontato questo automatismo. Nella parabola che propone esiste anche la possibilità che il seme non porti frutto, cadendo su un terreno sbagliato o comunque non adatto. Nella spiegazione che egli stesso dà della parabola, Gesù spiega che il seme gettato dal seminatore è la Parola che Dio rivolge a tutti gli uomini e che purtroppo non sempre trova buona accoglienza: perché ci sono ascoltatori disattenti, incostanti o suscettibili di essere soffocati dalle preoccupazioni del mondo. 

Come si potrà realizzare in pienezza la previsione di Isaia dunque, e in che tempo? Il terreno e il tempo sono esattamente il terreno e il tempo di Gesù, lo spazio e il tempo della sua umanità, che giunge a noi nei segni della Chiesa, nei Sacramenti, nella comunione vissuta tra noi battezzati, famiglia dei figli di Dio.

Domenica scorsa abbiamo sentito Gesù invitarci ad andare verso di Lui, mite e umile di cuore, per condividere la sua beatitudine. Avvicinarci a Lui, imitare gli atteggiamenti di umiltà e mitezza del suo cuore, vivere nella e della sua Grazia è un po’ come trapiantare la terra fertile della sua umanità nel nostro cuore, nella nostra umanità. La Parola di Dio porterà comunque frutto, a suo tempo e a suo modo.