Volle venire Colui che si poteva accontentare di aiutarci
TESTO (Mt 3,13-17)
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
COMMENTO
In questo tempo di Natale sono stato colpito da questa frase di san Bernardo di Chiaravalle: Volle venire Colui che si poteva accontentare di aiutarci.
Evoca in me un senso di eccedenza, di spreco, di un santo spreco della benevolenza di Dio che poteva fare molto meno per salvarci dal peccato e dalla corruzione ecologica e morale di questo mondo. Certo! Si poteva accontentare di molto meno per restituirci la vita eterna in una terra bella, pacifica, e piena di amore. Come quando disse: “sia la luce”, e la luce fu, gli sarebbe bastato dire: “sia la salvezza, sia resa all’uomo la sua dignità!” e così sarebbe stato.
Invece no. Il santo spreco dell’amore di Dio volle venire a salvare l’uomo con l’uomo, la terra con la terra, il dolore col dolore. Nel suo percorso di abbassamento che lo porterà all’innalzamento sulla croce, c’è prima l’abbassamento rituale del Battesimo, per significare che quella umanità da lui assunta era vera fino in fondo, appesantita dalle conseguenze del peccato di tutta l’umanità. Sappiamo che il Figlio di Dio ha assunto tutto della natura umana tranne il peccato, e quindi nel suo cuore non vi erano tracce dell’umana cattiveria, ma per significare fino in fondo il suo desiderio di addossarsi quei castighi che solo noi uomini meritavamo, Lui è voluto scendere fino in basso. Il Giordano è un fiume particolare: scorre sotto il livello del mare e sfocia in un mare detto Morto, perché troppo salato per ospitare vita.
Il simbolismo rituale e geografico dicono il desiderio di compiere fino all'estremo la sua discesa nella nostra povertà, per adempiere ogni giustizia!”, una giustizia che risponde alla logica di eccedenza di amore del Signore nostro Dio.
Di fronte a tanta passione per il nostro destino di salvezza cosa più è giusto? Quale potrà essere d’ora in poi la nostra giustizia? Solo l’intimo riconoscimento e l’accoglienza della sua Grazia potrà bastare, e cioè l’umile constatazione che anche noi dovremo immergerci nella sua vita come Lui lo ha fatto nella nostra morte: vivere gesti rituali per accogliere e celebrare il suo amore gratuito, respirare e riempirci dello Spirito del Signore per scendere nel cuore di ogni uomo, e portare il respiro dell’eccedenza del suo amore ai più umiliati, ai più abbandonati e ai più dimenticati.