venerdì 7 marzo 2014

Commento al Vangelo I Domenica Quaresima anno A. 9 marzo 2014



Alla ricerca dei miracoli di Dio o del Dio dei miracoli?


TESTO ( cf Mt 4,1-11)

1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 2 E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3 Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5 Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6 e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani,
perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».
7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo».
8 Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9 «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». 10 Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto».
11 Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.



COMMENTO

Abbiamo appena ricevuto le ceneri e qualcuno avrebbe dovuto dirci:"convertiti e credi al Vangelo" oppure "polvere sei e in polvere ritornerai". Ricevere le ceneri con il contestuale appello alla conversione significa riconoscere di essere terra e cenere, come Gesù che essendo Dio è "at-terrato" fra noi e per noi, non risparmiandosi le sofferenze e le umiliazioni della vita umana. Significa entrare con lui in un cammino di penitenza, di condivisione della sofferenza del prossimo, di ricerca dell'essenziale. L'essenziale è l'amore di Dio.

Il Vangelo di questa prima Domenica appunto ci mostra l'itinerario dei quaranta giorni di Gesù nel deserto, lo stesso che dovremmo fare noi, se con sincerità abbiamo ricevuto le ceneri di mercoledì scorso. Gesù davanti alle sollecitazioni del grande tentatore non distoglie l'attenzione dal riferimento unico del suo cammino: Dio Padre. Tutto ci viene dato in Dio Padre, e al suo amore Gesù vuole ricondurci.

L'uomo non vive solo di pane ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. La parola di Dio è creatrice: se imitiamo Gesù e viviamo nell'obbedienza alla Parola abbiamo la vita nella sua pienezza. Quella eterna ma anche questa quaggiù, perché obbedire a Dio significa anche non rifiutare di batterci per il pane quotidiano, che per altro Lui stesso ci ha detto di chiedere.

Se imitiamo Gesù e rendiamo culto solo a Dio Padre, saremo liberi da tutto e da tutti. Dobbiamo imparare a stare in ginocchio e pregare Dio per imparare a stare in piedi davanti agli uomini e agli avvenimenti; certi santi avevano la libera tranquillità di parlare "da uomo a uomo" al ciabattino come al Papa.

Se imitiamo Gesù e cerchiamo di servire Dio (servendo i fratelli) anziché servirci di Dio, saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come egli è (cf 1 Gv 3,2). Saremo cioè talmente forti da attraversare i confini della morte per arrivare a contemplarlo faccia a faccia. Il tentatore può offrire tutto ma l'unica cosa che non potrà darci è la vita eterna. Questa la può dare solo il Padre … Eterno! appunto. Attraverso l'inganno e le disoneste furberie si possono effettivamente ottenere molte cose, tranne la vera gioia quaggiù e il Paradiso lassù.

Dobbiamo metterci seriamente alla ricerca del Signore, ritrovare le sue tracce, ricalcarle più da vicino e colmare il distacco che ci separa da Lui e arrivare a toccarlo! a fare cioè una vera esperienza della sua presenza. "… Se solo arrivassi a toccare un lembo del suo mantello…" ricordate? Ecco il vero frutto della Quaresima e del cammino penitenziale: la conversione a Dio.


Non scordiamoci qualche gesto concreto di penitenza, altrimenti il nostro slancio di conversione rischia di restare flaccido. Facciamo qualche rinuncia, apriamo un po' di più gli occhi sul mondo circostante, salutiamo cordialmente anche chi ci mostra freddezza. Come è successo a Gesù, vedremo qualche angelo che ci verrà a fare visita.