sabato 5 gennaio 2013

Commento al Vangelo dell'Epifania. Domenica 6 gennaio 2013


LUCCIOLE E LANTERNE


TESTO ( Mt 2, 1-12 )


1 Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all'epoca del re Erode. Dei magi d'Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: 2 «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo».
3 Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. 4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informò da loro dove il Cristo doveva nascere. 5 Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta:
6 "E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda;
perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele
"».
7 Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s'informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa; 8 e, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch'io vada ad adorarlo».
9 Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov'era il bambino, vi si fermò sopra. 10 Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. 12 Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un'altra via.



COMMENTO


San Paolo afferma che la perfezione di Dio come la sua potenza e la sua divinità, possono essere contemplate dall'intelligenza di ogni uomo, anche ateo, nelle meraviglie della creazione (cf Rm 1,20). Quindi un ateo sarebbe comunque inescusabile, perché basterebbe che usasse la sua intelligenza per rendersi conto dell’esistenza di Dio; altra cosa certo sarebbe la conoscenza della divinità di Gesù Cristo che esige comunque il salto della fede, il credere alla sua risurrezione.


Questi magi sono proprio quella piccola porzione di umanità che, intellettualmente onesta, è alla ricerca di quel Dio ancora a loro ignoto, ma che sanno o intuiscono poter svelarsi in mezzo al popolo dei Giudei. Quella luce che si accende in cielo orienta la loro ricerca e si mettono in cammino con umiltà, ammettendo la possibilità che colui che è degno di adorazione possa abitare fuori dai confini del loro paese.


Quante luci si sono accese anche nella nostra vita, quante persone, quanti avvenimenti, situazioni, ci hanno 
parlato di Gesù Salvatore? Forse, contrariamente ai magi, non ci siamo messi in cammino, non abbiamo avuto la loro stessa umile perseveranza di arrivare fino in fondo, di non fidarci del sentito dire , delle informazioni raccolte qua e là.


Questi saggi uomini d’oriente ci insegnano l’umiltà intellettuale che da sola basterebbe a cogliere e ad ammettere l’esistenza di Dio. Di più: essi ci insegnano che il Signore Gesù non si cela a nessuno, che chiunque si metta in ascolto della sua coscienza non potrà non arrivare a Betlemme.


Un esempio un po’ crudo, tratto dalla nostra vita missionaria in Benin, rende più chiaro ciò che voglio dire. Al nord del Benin , nella zona meno emancipata di questo paese, ci sono tribù ancora convinte che i bambini nati malformati o che presentano determinate anomalie alla nascita sono portatori del maligno, essendo così considerati degli stregoni, come fossero appunto sacerdoti di potenze malefiche. Per questo essi vengono uccisi o abbandonati in mezzo al bosco.

 Tuttavia non è raro che delle mamme, più raramente dei papà, non se la sentano, e portano i loro figli in salvo da chi sanno non credere a queste cose. Quanti bambini sono stati portati nel nostro convento di Ina , a 500 km a nord della costa del Benin! Questo vuol dire che è vero ciò che ci dice anche il documento Gaudium et Spes al n. 16 “Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell'intimità del cuore: fa questo, evita quest'altro.”


Che sappiamo lasciarci guidare dalle tante stelle che il Signore accende nelle nostre coscienze, e che non rimaniamo ciechi ai richiami delle sue verità! Per non finire a scambiare lucciole per lanterne.