sabato 18 agosto 2012

Commento al Vangelo XX Dom TO Anno B, 19 agosto 2012.

LA STESSA FRAGRANZA


TESTO  ( cf 6, 51-58 )

51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».


COMMENTO

Se c'è una cosa, in Africa come in Italia, che sembra avere lo stesso sapore, la stessa fragranza
e lo stesso profumo, questa è proprio il pane.

Mi sono stupito, passando davanti a qualche forno in Bénin, di come certi aromi siano universali
e non risentano della diversità delle culture o della differente latitudine.


Non so se sia quaesto il motivo per il quale Gesù ha affidato al pane la missione di perpetuare nel tempo il segno della sua presenza, del suo amorevole sacrificio, del suo dono d'amore.
Certo è che anche Gesù si rende presente realmente laddove c'è qualcuno disposto come Lui a sacrificarsi per amore.
Un uomo che è capace di "dare la sua carne da mangiare", di donarsi fino all'estremo sacrificio di sé, anche tutto questo, come il pane, ha un sapore e una fragranza
universale che tutti possono riconoscere, un linguaggio che tutti possono comprendere, un profumo che ci evoca qualcosa di originario, di primordiale  di fondativo.

Si, perché ogni uomo che ama fino al sacrificio e che dà la sua carne da mangiare riproduce la stessa melodia d'amore che l'uomo Dio Gesù ha fatto sgorgare dal suo cuore sulla croce: una melodia che ci parla d'eterno e che ci fa sognare e respirare il Paradiso.

Cambieranno i tempi, cambieranno gli orchestrali, cambieranno gli spettatori,
ma per la forza di quel pane che è il corpo e il sangue di Gesù, e solo attraverso la forza di quel "pane", in ogni spazio/tempo ciascuno di noi può rieseguire quell'unica e divina melodia. Questa sola può cambiare
i cuori degli uomini e convincerli del talento di quel divino autore.