venerdì 19 settembre 2025

Semplici come colombe, prudenti come serpenti

 

 Commento al Vangelo della XXV Domenica TO/C – 21 settembre 2025


Dal Vangelo secondo Luca (16,1-13)

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: 
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. 
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. 
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. 
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. 
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».



Commento

 Sembra che Gesù abbia proprio ragione: i figli di questo mondo sono molto scaltri e abili nel trafficare e nel gestire i propri interessi materiali, nello stabilire con i loro pari rapporti di reciproca convenienza. Facile constatare che alcuni, forse molti, per ammucchiare autorevolezza, posizioni sociali di eccellenza, denaro, sono disposti a fare dei sacrifici che i figli della luce, cioè gli uomini discepoli del Regno di Dio, raramente hanno voglia di fare. 
C’è una furbizia per trafficare gli affari umani, c’è una furbizia anche per trafficare le cose di Dio. Tra le brevi esortazioni di Gesù, ce n’è anche una – tra le mie preferite – che esorta ad essere “semplici come le colombe e prudenti come i serpenti” (Mt 10,16).

 Perdonare tutto e a tutti è la cosa più intelligente e conveniente che ci può venire in mente di fare, in vista dell’avvento definitivo del regno di Dio. Questa parabola viene raccontata da Gesù proprio dopo aver raccontato le tre famose parabole della misericordia, tra cui eccelle quella del Padre misericordioso ( o del figlio prodigo ). In esse Gesù racconta quanto è grande il perdono di Dio, nostro padre, nei nostri confronti. Nella parabola di oggi che segue immediatamente, possiamo vedervi un ammonimento su come amministrare la misericordia ricevuta, facendola approdare al cuore dei fratelli.
Di fronte alla grandezza immensa dell’amore di Dio per ciascuno di noi ci dovremmo sentire tutti come quell’amministratore disonesto che ha mal gestito tanta abbondanza, e potremmo, dovremmo, almeno risanare i rapporti con i nostri compagni di cammino, condonando loro il più possibile eventuali addebiti verso noi, e anche facendoci condonare eventuali nostri addebiti nei loro confronti.

Una suora fondatrice di una piccola congregazione religiosa qualche anno fa, al sopraggiungere della sua morte, ebbe cura di rintracciare tutte le persone che potevano avercela con lei, e addirittura riuscì a rintracciare anche una telefonista di un ‘call center’ alla quale aveva risposto in modo seccato. Pensate un po’: quanta saggezza in questa anima nel prepararsi ad arrivare dinanzi al Dio di ogni misericordia e di ogni grazia!

 E se invece di aspettare di arrivare a fine corsa, ci preparassimo prima?... cercando di ricucire - là dove è possibile - relazioni con i nostri offensori e con i nostri offesi?